
Juventus senza Amauri e Trezeguet per la sfida col Bologna. Ma Mihajlovic non sembra felicitarsene più di tanto. «Quando giochi contro una grande squadra, non ti devi preoccupare di chi gioca: se manca uno, ce n’è un altro dello stesso livello, non c’è nessuna differenza. Chiunque gioca, è forte. Tra l’altro- dice il tecnico- Iaquinta oggi è il più in forma tra gli attaccanti della Juventus». Ma in quanto ad attaccanti Mihajlovic non può certo lamentarsi. E si gode il rinato Di Vaio, capocannoniere della serie A con 19 gol. Ed ex bianconero. «È un grande giocatore, e ha voglia di far bene non solo per questa partita, ma domenica dopo domenica». Ma cosa servirà ai rossoblù, oltre al suo bomber, per provare a battere la Juve? La lezione, per Mihajlovic, viene dalla Champions League, dominata dalle squadre inglesi: «Le italiane sono squadre più organizzate tecnicamente, messe meglio in campo e ricche di giocatori anche più bravi- spiega- ma è la mentalità quello che conta. Il Manchester United, pur essendo la squadra campione del mondo, ha la mentalità da provinciale, e ogni singolo quella del giocatore che deve ancora farsi. Noi in Italia non abbiamo questa mentalità». Ma, avverte Mihajlovic, ce l’ha il suo Bologna: «Noi abbiamo sempre dimostrato grande impegno e spirito di sacrificio: per esempio domenica Adailton, che non ha le caratteristiche dell’esterno, tornava indietro e difendeva. Come Rooney nel Manchester, dove l’ho visto fare anche il terzino. La cosa più importante in una squadra di calcio- sottolinea il tecnico- è l’atteggiamento. Se tutti i giocatori hanno lo spirito giusto e sono pronti ad aiutarsi a vicenda e a sacrificarsi, anche la tattica e tutto il resto funziona. Ma se scendono in campo con l’atteggiamento sbagliato non si avrà mai il risultato. E proprio questo è il punto di forza del Bologna: è difficile che sbagli una partita sul piano del sacrificio, dell’atteggiamento, dello spirito. Qui non è mai mancato l’impegno, non si è mai vista una squadra disunita, che non lotta sul pallone o che si arrende: non deve succedere mai e non succederà». E poi, ricorda Mihajlovic, il Bologna può contare sul suo ottimo ruolino personale contro i bianconeri. «Da giocatore ho più vinto che perso. Sono sempre state partite bellissime e combattute, quelle che ho giocato quando ero alla Lazio e all’Inter, ed ho avuto più soddisfazioni che delusioni. Anche se non ho mai segnato. Ma ho vinto una Supercoppa battendo la Juve». A Torino per vincere, dunque. «Chiaro: è un aspetto fondamentale. Non sono abituato a giocare per non perdere o per pareggiare: gioco per vincere, poi qualche volta ci riesco e qualche altra no. Non siamo una squadra che può gestire il risultato: se giochiamo per non perdere, perdiamo sempre. E loro cercheranno di fare di tutto per non farsi scappare l’Inter in campionato. Sappiamo- conclude Mihajlovic- che dovremo fare una partita perfetta». Buone notizie infine dall’infermeria. Recuperati Mudingayi e Osvaldo, con l’attaccante che partirà dalla panchina. Ancora fuori, invece, Marazzina e Moras.(DIRE)
fonte: melitoonline.it
Dopo l'ennesima eleminazione agli ottavi di Champions League, in casa Inter si raccolgono i cocci perché c'è ancora uno scudetto da vincere anche se in via Durini si sta già pensando alla prossima stagione in cui tutte le energie saranno concentrate verso l'Europa. Al termine della sfida col Manchester, Mourinho è stato abbastanza chiaro: "Questa squadra è perfetta per vincere in Italia, ma per puntare alla Champions serve ben altro...". Tradotto in breve, il tecnico lusitano presenterà a Moratti i tasselli da inserire nell'attuale rosa - che ovviamente dovrà essere sfoltita. Innesti che dovranno essere però di assoluta qualità: per puntare a vincere in Europa, infatti, l'Inter dovrà cercare di acquistare giocatori di caratura mondiale e non semplici rincalzi. Il problema però potrebbe proprio essere questo: chi ha i fenomeni se li tiene o li vende a peso d'oro e, sicuramente, Moratti non è né Abramovic né lo sceicco del City e quindi prima di tutto ci sarà da sfoltire la rosa.
"Beckham sta molto meglio. Tutti stanno un po' meglio, dovremmo recuperare un po' di giocatori. Vediamo se partiranno dalla panchina o dal campo. Saremo messi un po' meglio di domenica scorsa". Lo ha detto l'amministratore delegato del Milan, Adriano Galliani, all'ingresso in Lega Calcio, facendo una sorta di punto sull'infermeria rossonera.
Il nome nuovo per l'attacco del Milan è, tanto per cambiare, brasiliano. Si chiama Keirrison de Souza Carneiro, ha 20 anni (3 dicembre 1988 la sua data di nascita, per la precisione) e al momento gioca per il Palmeiras. Piedi buoni, classe da vendere e gol raffica, il ragazzino nativo del Mato Grosso potrebbe essere il nuovo obiettivo della dirigenza rossonera e ad accendere l'interesse per il nuovo astro nascente brasiliano è proprio il maggiore esperto di calcio verdeoro presente nella batteria milanista.
Il Valencia vende, oramai è ufficiale. Il club spagnolo, infatti, ha deciso di mettere sul mercato alcune stelle a causa dei problemi finanziari che hanno colpito la società. Tra i giocatori che stuzziccano maggiormente gli appetiti dei più importanti club europei ci sono sicuramente David Villa, uno dei migliori bomber in circolazione, e David Silva, estrosa ala sinistra che Claudio Ranieri vorrebbe alla Juve per sostituire Pavel Nedved.
La Juventus è uscita con le ossa rotte dalla Champions League e non solo per la 'mazzata' morale subita per l'eliminazione dalla competizione europea più importante: Claudio Ranieri per l'anticipo in programma con il Bologna (sabato ore 20.30 a Torino) deve infatti fare i conti con un'infermeria mai così piena.

Dopo aver rilevato Edy Reja sulla panchina del Napoli, adesso Roberto Donadoni comincia a pensare seriamente alla sua nuova avventura in...azzurro. L'ex commissario tecnico della Nazionale, però, non ha alcuna intenzione di stravolgere la squadra da mettere in campo, per non compromettere la stagione in maniera irrimediabile. Al suo arrivo, infatti, aveva detto: "Al Napoli non serve uno scienziato: meno si cambia, in questo momento di difficoltà, e meglio è. C´è il pericolo di confondere ancora di più le idee dei giocatori".
In attesa di conoscere l'identità del supporter inglese che ha presentato denuncia alla stazione di polizia di Stretford alle ore 12:20 di mercoledì notte, il tabloid Sun ha intervistato due tifosi che sostengono di aver assistito all'aggressione.

La 'Zona Cesarini' è stata ribattezzata anche troppe volte, ma i classici ultimi minuti di fuoco del giovedì di Uefa questa volta premiano il coraggio di una grande Udinese, capace di battere i detentori del trofeo dello Zenit San Pietroburgo.
La sorpresa più lieta della stagione del Palermo si chiama probabilmente Simon Kjaer: il difensore danese, prelevato in estate dall'FC Midtjylland, ha dimostrato, nonostante la giovanissima età (classe 1989), di poter reggere la pressione in un campionato decisamente più competitivo della Superliga, tanto da attirare le attenzioni di diverse grandi corazzate europee.
L'eliminazione dalla Champions apre nuovi scenari in casa Juventus . In un momento difficile per la squadra e per la società, un momento in cui tutti, giocatori e dirigenza, dovrebbero essere uniti, il rischio di divisione interna c'è.
Stagione altalenante quella del Milan di Ancelotti che, azzerate le chance di puntare allo scudetto e eliminato anche dalla Coppa Uefa, si aggrappa all'ultimo obiettivo rimasto, il raggiungimento del terzo posto in classifica che, da quest'anno, vale la qualificazione diretta alla Champions League. Per una squadra dal destino incerto, considerate le tante voci su una possibile cessione societaria e sullo stravolgimento della rosa nella prossima sessione di mercato, una certezza regna sovrana. Si tratta di Christian Abbiati.
Dopo aver cercato invano di saccheggiare talento dall'Italia, il Manchester City si sta volgendo ora verso la Spagna e la Liga, puntando in direzione Valencia: la squadra andalusa, al momento ottava in campionato a 6 punti di distanza dalla zona Champions, sta attraversando una crisi economica tanto grave da portare il presidente, Vicente Soriano, a mettere sul mercato i gioiellini David Villa e David Silva.
’ altresì vero però che il Chelsea nel doppio confronto con la Juventus ha dimostrato di possedere più solidità e più qualità dei bianconeri, una Juventus oramai rilanciata a tutti gli effetti nel calcio che conta ma a cui è evidente manchi ancora qualcosa in organico per poter realmente competere con le superbig. E’ altresì vero che l’ abulico Arsenal dell’Emirates Stadium avrebbe potuto vincere 8-0 contro i giallorossi, senza rubare nulla. Così come nessun interista che non sia Mourinho avrebbe avuto qualcosa da recriminare se i Red Devils avessero strappato dal San Siro un successo corsaro evitato soltanto dai miracoli (oramai sempre più frequenti) di quel Julio Cesar candidato ad insidiare i posti del podio dei migliori portieri del globo (Buffon, Casillas e Cech sono avvisati). Forse lo ’special one’ ieri sera sperava in un nuovo cross sbagliato di Balotelli, dopo che all’andata Adriano non era riuscito a segnare di nuovo col braccio dopo l’impresa nel derby!

Il Wall Street Journal impietoso sul calcio italiano. E non solo per tutte le squadre italiane buttate fuori dalla Champions League da quelle inglesi. Il malessere è più profondo e, anzi, secondo il quotidiano, è una malattia. Almeno due le cause che stanno porttando al disamore dei tifosi nei confronti del calcio in Italia: prima di tutto gli episodi di violenza negli stadi, che fungono da deterrente a molti per andare a vedere le partite, e poi lo scandalo Calciopoli del 2006 ha contribuito a far allontanare ancora di più le persone.
"Abbiamo voltato pagina dopo le vittorie e dobbiamo farlo soprattutto dopo le sconfitte". Capitan Maldini fa il punto sul momento delicato della squadra dopo il tre a zero casalingo inflitto agli undici di Del Neri e in vista della doppia trasferta di Siena e Napoli. È vero, in casa Milan l'esclusione dalla Coppa Uefa non è ancora stata digerita. Il pubblico rossonero è abituato a un Diavolo sempre protagonista in Europa e, di certo, non si consola ripensando ai tanti trofei conquistati in passato. Ma la realtà non lascia scampo ai rimpianti, quel che è fatto è fatto e non ha alcun senso continuare a piangere sul latte versato. Concentrazione, determinazione ed entusiasmo devono portare la squadra di Ancelotti a disputare la Champions League 2010 e, per farlo, occorre accantonare l'eliminazione dalla Uefa e proiettarsi con serenità verso un delicatissimo finale di stagione.

La Roma va vicinissima all'impresa contro l'Arsenal, ma alla fine vede infrangersi il sogno di proseguire il cammino in Champions League ai calci di rigore. Per la formazione di Spalletti si mette subito bene, con la rete di Juan, dopo appena nove minuti di gioco, che pareggia il gol realizzato all'Emirates Stadium da Van Persie. Il difensore brasiliano, che poi uscirà per infortunio al 28', è freddissimo a superare Almunia da posizione ravvicinata sugli sviluppi di una bella palla messa dentro da Totti dall'out di sinistra.
Champions ancora maledetta per l'Inter, e stavolta non basta lo spauracchio Mourinho contro il quale Alex Ferguson aveva vinto prima d'ora una sola volta. Il tecnico portoghese, chiamato da Moratti al posto di Mancini per esportare in Europa le vittorie colte in Italia, è caduto esattamente lì dove l'Inter aveva fallito nelle ultime due stagioni, agli ottavi, ma stavolta contro l'innarrestabile Manchester United: "Ora tutta Italia sarà felice perché l'Inter è stata eliminata. Ma a me non interessa: io ho vinto" ha tuonato il tecnico portoghese a fine gara.
Allarme parzialmente rientrato in casa rossonera dopo le grandi preoccupazioni che hanno attanagliato Milanello nella giornata di martedì, quando David Beckham ha dovuto abbandonare l'allenamento della squadra di Ancelotti dopo aver riportato una distorsione alla caviglia sinistra.
Ore 11:05 - Roma - Totti no, sì, forse: Tutto ruota sempre attorno a lui. Dire che Totti non è al meglio è un eufemismo, il problema è capire quanto può dare. Stamattiina si è allenato col gruppo, con vistoso tutore al ginocchio. Nelle ultime ore, rispetto alle previsioni di ieri che davano il capitano come sicuro titolare, sembra che si stia facendo strada l'ipiotesi di una Roma senza Totti, con Vucinic davanti e Aquilani dal primo minuto. Il fatto è che, senza l'anima di De Rossi, rinunciare acnhe al carsima del capitano potrebbe avere un impatto non da poco sul morale della squadra...
