Video Serie A (32 giornata): Juventus-Inter 1-1

Riassunto di Juventus-Inter, giocata allo stadio Olimpico di Torino valida per la 32 giornata



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Video Serie A (32 giornata): Cagliari-Napoli 2-0

Riassunto di Cagliari-Napoli, giocata allo stadio Comunale "Sant'Elia" valida per la 32 giornata



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Video Serie A (32 giornata): Catania-Sampdoria 2-0

Riassunto di Catania-Sampdoria, giocata allo stadio A. Massimino valida per la 32 giornata



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Video Serie A (32 giornata): Palermo-Bologna 4-1

Riassunto di Palermo-Bologna, giocata allo stadio Renzo Barbera valida per la 32 giornata



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Video Serie A (32 giornata): Roma-Lecce 3-2

Riassunto di Roma-Lecce, giocata allo stadio Olimpico di Roma valida per la 32 giornata



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Video Serie A (32 giornata): Siena-Chievo 0-2

Riassunto di Siena-Chievo, giocata allo stadio Comunale Artemio Franchi valida per la 32 giornata



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Video Serie A (32 giornata): Udinese-Fiorentina 3-1

Riassunto di Udinese-Fiorentina, giocata allo stadio Friuli valida per la 32 giornata



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Video Serie A (32 giornata): Tutte le sintesi della giornata

Ecco tutti i video delle sintesi della 32 giornata di serie A:

Udinese - Fiorentina : 3-1

Siena - Chievo : 0-2

Roma - Lecce : 3-2

Palermo - Bologna : 4-1

Catania - Sampdoria : 2-0

Cagliari - Napoli : 2-0

Juventus - Inter : 1-1

Milan - Torino : 5-1

Video Serie A (32 giornata): Milan-Torino 5-1

Riassunto di Milan-Torino, giocata allo stadio Meazza valida per la 32 giornata



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Coppa UEFA - Quagliarella illude, Diego spegne il sogno

L'Udinese esce dai quarti di finale della Coppa Uefa, ma lo fa a testa alta: i bianconeri chiudono il primo tempo sul 3-1 contro il Werder (1-3 anche all'andata), ma poi Diego e Pizarro spengono i sogni dei friulani

E' durato un tempo il sogno di qualificazione dell'Udinese di Pasquale Marino: dopo l'1-3 dell'andata, era 3-1 anche al Friuli, grazie a un Quagliarella (due gol di gran bella fattura per lui) finalmente concreto, dopo i primi 45'. Diego però è un campione, e non manca di ricordarlo a tutta Europa: il brasiliano, in dubbio sino all'ultimo per un problema muscolare, gioca e segna un'altra doppietta, dopo quella del Weserstadion, (anche se si fa parare un calcio di rigore) e mette definitivamente fine alle mire di semifinale degli uomini di Marino. Pizarro fissa il risultato sul 3-3 e nega all'Udinese anche una vittoria che sarebbe stata anche meritata.
L'Udinese affronta la sfida più importante della sua stagione senza Di Natale (infortunato di lungo corso) e Pepe, che parte dalla panchina per un problema alla caviglia: al suo posto c'è Floro Flores, fresco autore di una doppietta in campionato contro la Reggina. Per il resto formazione confermata, con il tridente Sanchez-Quagliarella-Floro Flores.
Se Pepe non recupera, invece Diego sì: il mattatore della gara d'andata (doppietta fantastica per lui) ha recuperato da un indolenzimento muscolare alla coscia destra subito in settimana ed è pronto a posizionarsi alle spalle dei due arieti Pizarro e Hugo Almeida. Schaaf conferma l'undici dell'andata con un unico cambio: Pasanen rileva Boenisch nel ruolo di terzino sinistro.
La partita è bella sin dalle prime battute: sulla fascia sinistra il frizzante Sanchez da' del filo da torcere allo statico Pasanen. Le squadre, dopo qualche minuto di studio, si affrontano a viso aperto e le occasioni non mancano: l'Udinese preme molto e al 15' trova il gol del vantaggio con Inler. Lo svizzero riceve palla da Asamoah sui 35 metri, si gira e fa partire un destro potente e preciso che si infila sulla destra di Wiese.
Dall'altra parte però c'è un gran campione e risponde al nome di Diego: il brasiliano al 28' è letale quando Zapata esita al limite dell'area, Diego ne approfitta e dopo una pregevola piroetta su Felipe, fulimina Handanovic con una conclusione imparabile. Le emozioni si susseguono e l'Udinese è pienamente nel match: passano appena due minuti e i bianconeri riagguantano il vantaggio: Quagliarella, che nella gara d'andata aveva fallito svariate occasioni, si dimostra più preciso quando beffa Wiese in uscita con un perfetto pallonetto.
L'inerzia del match è nelle mani dei friulani e si vede: il Friuli spinge, vuole il 3-1 e il gol arriva. E' il 38' quando Quagliarella finalizza al meglio una bella combinazione con Inler. Il centravanti bianconero infatti è bravissimo a girarsi e far partire una bella conclusione di demi-volée mancina che coglie impreparato Wiese: la palla si infila nell'angolino basso e lo stadio può esultare. E' il 3-1 dell'Udinese!
La ripresa comincia come si era chiuso il primo tempo: i padroni di casa che non smettono di premere e al 54' vanno vicinissimi al punto del 4-1. E' il solito Quagliarella, imprendibile per Naldo e Mertesacker, a creare grattacapi: si libera al tiro, ma il suo destro rasoterra passa solo vicino al palo destro della porta del Werder. Al 60' arriva invece l'episodio che cambia il volto al match: Handanovic si supera su Almeida ma non può nulla sulla ribattuta di Diego (sempre lui!) che mette in gol di testa. Per l'Udinese è una mazzata inattesa, che taglia di fatto le gambe alla rimonta.
I bianconeri non mollano un millimetro però e prima con Pepe (rasoiata a fil di palo) e poi con Asamoah (palo di sinistro) sfiorano il punto del 4-2; la sorte è avversa però e al 71' l'arbitro decide per un calcio di rigore in favore del Werder (Domizzi atterra Diego). Il numero 10 brasiliano va sul dischetto ma si fa ipnotizzare da Handanovic, ma non è finita: sul calcio d'angolo susseguente Mertesacker spizza di testa e Pizarro fa secco l'incolpevole portiere bianconero. Questa volta il colpo è pesante e per l'Udinese non resta che cercare quantomeno una vittoria che sarebbe sicuramente meritata.
I ragazzi di Marino ci provano fino in fondo, ma sono ancora i pali ad opporsi ai tentativi degli orgogliosi bianconeri: quando, al 92', il montante destro respinge la conclusione di Domizzi si capisce che non c'è più nulla da fare. Finisce 3-3: il Werder affronterà in semifinale i cugini dell'Amburgo, mentre all'Udinese resta l'amarezza di una doppia sfida che non era poi così tanto fuori portata. Se solo i tedeschi non avessero avuto Diego...

Davide Bighiani / Eurosport

Champions League - Prodezza di Ronaldo, il Porto è condannato

Dopo il 2-2 dell'andata all'Old Trafford, i campioni del mondo in carica vincono all'Estádio do Dragão (impresa mai riuscita a nessun club inglese nei quarti) soffrendo i lusitani ma guadagnano l'accesso alle semifinali di Champions League. Decisiva la rete di Cristiano Ronaldo dopo soli sei minuti


Ci voleva una mezza impresa. Ma diciamo pure che senza la perla firmata da Cristiano Ronaldo il Manchester United sarebbe stato eliminato: la squadra di Ferguson ha sofferto troppo le sfuriate di un Porto volenteroso e generosissimo fino alla fine. E ora contro l'Arsenal in semifinale, i Red Devils dovranno mettere in campo ben altre qualità.
Contro la squadra di Jesualdo Ferriera (fermato dalla Uefa con un turno di squalifica per un gestaccio all'arbitro nella gara contro l'Atletico Madrid) torna Rio Ferdinand che al centro della difesa si schiera accanto a Vidic. La sua presenza è quanto mai necessaria per far fronte agli attacchi di Hulk e Lisandro Lopez.
All'Estadio do Dragao il primo pericolo arriva da Hulk dopo cinque minuti: il tiro dell'attaccante viene bloccato da Van der Sar. Un minuto dopo l'Estadio do Dragao viene gelato: Cristiano Ronaldo dai trentacinque metri lascia partire un missile di collo pieno che si insacca all'incrocio dei pali nonostante il tuffo del povero Helton. La rete fantastica del Pallone d'Oro lascia un po' tramortiti i Draghi, con il Manchester vicino al raddoppio con un destro di Carrick dalla distanza. Al 20' si svegliano i padroni di casa: gran punizione di Bruno Alves che sfiora il palo: poco dopo è pregevole il gesto atletico di Lisandro Lopez che in area ruba il tempo a Ferdinand e in mezza rovesciata costringe Van Der Sar a un non facile intervento.
Lo United spinge solo a tratti e al 30' la sventola di controbalzo di Giggs sul cross O'Shea costringe Helton alla parata in due tempi. Due minuti più tardi Lucho Gonzalez è costretto ad uscire per infortunio e viene rimpiazzato da Mariano Gonzalez. Ma è Bruno Alves ancora a sfiorare il pareggio con un imperioso colpo di testa che termina fuori di un soffio. Nel finale è Vidic il protagnosita nel bene e nel male: prima il fallaccio su Rodriguez gli costa il giallo, poi il difensore calcia incredibilmente alto da due passi fallendo in modo incredibile il 2-0.
La ripresa si apre su ritmi infernali: dopo un affondo di Berbatov, il Porto si rende pericoloso con il sinistro ad uscire di Raul Meireles che sfiora la traversa. I Draghi continuano a spingere: cross di Rodriguez per la testa di Gonzalez che non trova la porta... I campioni d'Europa soffrono: Van Der Sar al 79' esce a vuoto ma viene graziato dall'impreciso colpo di testa di Rolando che non trova la porta. Il Porto si getta generosamente tutto in avanti, Meireles crossa al centro per Lisandro Lopez che di prima intenzione gira verso la porta ma troppo centralmente. Gli ultimi assalti non portano risultato, e nel finale il solito Ronaldo va vicino al pareggio con un termendo fendente respinto da Helton.
I Red Devils avranno anche sei candidati al premio di miglior giocatore della Premier League, ma questa squadra deve ritrovare la solidità venuta meno dal crollo con il Liverpool di un mese fa. Contro i lusitani lo United è rimasto imbattuto ma non ha preso gol solo per caso. Le prodezze dei singoli potrebbero non bastare più

Paolo Sperati / Eurosport

Champions League - Tripla cannonata: Sottomarino a picco

L'Arsenal si qualifica per le semifinali di Champions League vincendo 3-0 la gara di ritorno contro il Villareal, dopo l'1-1 dell'andata. I Gunners terminano il primo tempo in vantaggio 1-0 con un gol Walcott, poi chiudono la pratica nella ripresa grazie ad Adebayor e a un rigore di Van Persie


La semifinale di ritorno tra Arsenal e Villareal non ha avuto storia: i Gunners staccano il biglietto per le semifinali liquidando la pratica spagnola con un rotondo 3-0 al termine di 90 minuti spettacolari. La squadra di Pellegrini si è presentata all'Emirates Stadium con alcune assenze importanti (quella di Senna in primis) ma decisa a dare battaglia per mettere in difficoltà gli uomini di Wenger, che del resto giocava con una difesa praticamente inventata.
Peccato che a fare acqua da tutte le parti sia stata la difesa ospite, e se non fosse stato per la buona sorte, gli spagnoli avrebbero potuto chiudere il 1° tempo con un passivo decisamente più pesante. Invece sono andati negli spogliatoi sotto di un solo gol, che per la verità non è stato frutto di una disattenzione della retroguardia bensì di un geniale colpo di tacco di Fabregas a smarcare Theo Walcott, e del perfetto tocco sotto dell"inglese a superare Lopez in uscita (10'). La reazione del Sottomarino Giallo è inconsistente, e sono anzi i Gunners a sfiorare il raddoppio quando Lopez per poco non diventa protagonista di un clamoroso autogol e Rodriguez spazza via sulla linea di porta.
Nel secondo tempo il Villareal parte con piglio più determinato ma Rossi ha poche occasioni per mettersi in mostra. Al 60' Rodriguez si dimentica in area di Adebayor, Van Persie gli offre un assist perfetto e il togolese di esterno destro batte di nuovo Lopez. La partita in pratica finisce qui, ma a far crollare le residue speranze del Villareal ci pensa una scivolata in area di Godin che atterra Walcott: intervento fose non così netto eppure sconsiderato: Eguen ha qualcosa da dire a Stark e si becca l'espulsione, così, quando Van Persie trasforma dal dischetto, il Villareal si ritrova sotto di tre reti e in inferiorità numerica. Gli ultimi minuti non posono più cambiare l'esito di questa sfida, se non ad evitare la goleada. L'Arsenal è atteso adesso dal derby con il Manchester United mentre il Barcellona sfiderà il Chelsea: due semifinali che promettono scintille e, si spera, ancora una valanga di gol.

Eurosport

Champions League - Chelsea-Liverpool di pura follia: 4-4!

I Blues vanno in semifinale dopo un ritorno incredibilmente ricco d'emozioni. Nel primo tempo vanno a segno Fabio Aurelio e Xabi Alonso. Nella ripresa i Blues vanno sul 3-2 con Drogba, Alex e Lampard, ma nel finale Lucas e Kuyt riportano avanti il Liverpool. Chiude tutto ancora Lampard all'89'


Una sfida tra Chelsea e Liverpool senza John Terry (squalificato) e Steven Gerrard (infortunato) rischia di essere poca cosa. Specie se all'andata i Blues si sono permessi di espugnare Anfield Road con un roboante 3-1. Ma così non è. I Reds scendono a Stamford Bridge sognando di poter ripetere la rimonta vista a Istanbul contro il Milan. Rafa Benitez rimpiazza il capitano con Lucas Leiva, passando a un 4-3-3 che tiene fuori dei giochi anche Riera. Guus Hiddink invece lascia intatti dieci undicesimi della formazione vista all'andata, con il solo Ricardo Carvalho al posto del già citato titolare.
Le sensazioni della vigilia, però, durano poco. Giusto il tempo di permettere all'inno della Champions League di suonare per la gioia dei tifosi Blues già pronti alla festa. Da lì in avanti (almeno sino al 45') il colore giusto è quello rosso. Perché il Liverpool mette in campo l'anima e qualcosa in più. Pressing asfissiante e rabbia. Più un errore marchiano di Cech. Al 19' Fabio Aurelio batte sul primo palo una punizione dalla destra sui 30 metri. Un tiro tanto preciso quanto lento. Peccato che Cech vada in uscita e si dimentichi di controllare la sfera. Ed è 1-0.
Il Liverpool si gasa, il Chelsea prende paura. Passano altri otto minuti e i Reds conquistano un calcio di rigore. Altra punizione di Fabio Aurelio e altro regalo, questa volta da parte di Ivanovic. L'eroe di Anfield Road trattiene ingenuamente Xabi Alonso. Ed è penalty. Dal dischetto va lo stesso spagnolo che spiazza Cech per il 2-0. Stamford Bridge è gelato, ma Hiddink si alza dalla panchina e sveglia i suoi con un grido dei più forti. Al 35' entra a sorpresa Anelka al posto di Kalou, che pure era sembrato il più attivo dei suoi. E i Blues quanto meno chiudono in avanti il primo tempo.
La ripresa è un'altra storia. Il Liverpool pare in grado di poter continuare a premere, ma al 51' succede qualcosa di incredibile. Anelka scappa sulla destra e crossa dal fondo. Un pallone innocuo sul quale Drogba si avventa come un rapace d'area autentico. La palla va sul primo palo e non sembra imparabile. Reina, però, conferma che non è serata per portieri e si fa anticipare. È gol, quello dell'1-2. Il Liverpool può solo sperare nei supplementari.
Eppure la speranza dura poco. Perché i Reds commettono troppi falli al limite dell'area. Sul primo Drogba fa gridare al gol, sul secondo Alex segna sul serio. Una bomba dai 35 metri che sorprende Reina con una traiettoria a giro (57'). Game, set and match, verrebbe da dire. Il Liverpool tarda a reagire, i Blues gestiscono il risultato e ci provano in contropiede. In pura ripartenza paiono mettere i titoli di coda (76'). Ballack recupera palla a Xabi Alonso, apre per Drogba che sfonda a sinistra e serve Lampard sul secondo palo. Per l'inglese è un gioco da ragazzi insaccare il 3-2 con cui sembra terminare il match.
Benitez abbocca e toglie Fernando Torres rimpiazzandolo con N'Gog. Sembra finita sul serio. Ma non è così. Perché nel giro di due minuti (tra 81' e 83') il Liverpool torna in avanti. Prima una preghiera di Lucas dai 30 metri viene esaudita da una deviazione di Essien sulla quale Cech ancora una volta non è reattivo. Poi un cross dalla sinistra di Riera viene fatto preda di Kuyt, che mette dentro di testa e rabbia il gol del 3-4.
Con sette minuti più recupero da giocare può succedere ancora di tutto. Drogba sfiora il gol, Lampard lo mette (89'). Anelka appoggia per l'inglese che, appena entrato in area, lascia partire un destro da biliardo. Doppio palo e 4-4. Il Liverpool si getta ancora in avanti, Essien salva sulla linea un tiro a botta sicura di Benyoun conseguente all'ennesima stecca di Cech. È l'ultima emozione.
La squadra di Hiddink accede alla semifinale, lì dove incontrerà il Barcellona. Il Liverpool riesce nell'impresa ma solo a metà e per il secondo anno di fila deve abbandonare la Champions per mano dei Blues, che mai erano riusciti in tale impresa con Mourinho in panchina. Con o senza il portoghese questa sfida è sempre speciale. Quella di questa sera lo è stata ancor più di sempre. Roba da non credere. Una partita talmente folle che è addirittura difficile credere che si sia giocata. Chelsea-Liverpool 4-4. Così è se vi pare...

Eurosport

Champions League - Il Barça si accontenta, 1-1 a Monaco

Il Barcellona di Pep Guardiola capitalizza il vantaggio dell'andata (4-0) e con un 1-1 all'Allianz Arena passa alle semifinali di Champions League per la terza volta in quattro anni. Segna Ribery, pareggia Keita...

Serviva un'impresa impossibile al Bayern Monaco: ma per avere la meglio su questo Barcellona forse sarebbe stato meglio parlare di miracolo. Troppo superiore la squadra di Pep Guardiola che anche all'Allianz Arena ha dimostrato di essere non uno, ma qualche gradino sopra il pur generoso Bayern allestito da Jurgen Klinsmann. I bavaresi, trascinati da un Franck Ribery superlativo, ci hanno messo anima e cuore, sono passati in vantaggio (proprio con il francese, a inizio ripresa), ma poi si sono dovuti accontentare di portare a casa un pareggio: comunque un degno epilogo, dopo il tracollo subito al Camp Nou appena una settimana fa. La sintesi del doppio confronto tra Bayern e Barça sta tutto nel gol dei blaugrana: la rete di passaggi che porta al tiro di Keita porta la chiara firma di Guardiola, un allenatore che vuole che il successo dei suoi passi per il gioco. E l'impressione è che nella semifinale contro il Chelsea (martedì 28 aprile al Camp Nou e mercoledì 6 maggio a Stamford Brdige) ci sarà veramente da divertirsi.
Pep Guardiola presenta un Barcellona quasi al completo, dimostrando di non sottovalutare la prova, come sbandierato ampiamente alla vigilia: non c"è Marquez, squalificato, mentre Henry, febbricitante, va in panchina. Iniesta scala in attacco al fianco di Messi ed Eto"o, mentre il maliano Keita va a centrocampo per formare una diga invalicabile con Yayà Toure.
Jurgen Klinsmann deve fare a meno degli infortunati Klose (vicecapocannoniere di Champions con 7 reti), Oddo e Schwinsteiger, ko all'ultimo momento: sono due gli innesti rispetto al tracollo del Camp Nou, oltre ai rientri di Lahm e Lucio. Sosa va largo a destra, mentre Ottl rileva Hamit Altintop in mezzo al campo.
Il Bayern, oltre che con i blaugrana devono vedersela anche con la storia: nessuna squadra infatti è mai riuscita a ribaltare quattro gol di svantaggio. I bavaresi vogliono un gol subito, per dare un senso a un match altrimenti già deciso: Ribery spinge sulla fascia sinistra, Sosa parte molto bene dall'altra parte. E proprio da un cross di quest'ultimo nasce la prima palla gol del match al 6': la palla arriva infatti dalle parti di Toni il quale però la sfiora solamente di testa, non trovando il tempo per la conclusione. E' una grande occasione persa per i bavaresei ch con un gol avrebbero potuto cambiare il volto del match: è invece il Barcellona a prendere campo e con il passare dei minuti la mole di gioco dei blaugrana diventa schiacciante.
La ragnatela di passaggi imbriglia i tentativi di ripartenza del Bayern, mentre gli uomini di Guardiola cominciano a farsi più pericolosi dalle parti di Butt: Lucio prima e Demichelis poi sono bravissimi a fermare in scivolata due tentativi rispettivamente di Eto'o (al 33') e Messi (37'). La Pulce comincia a diventare imprendibile, anche se la marcatura di Lahm è altra cosa rispetto a quella dell'andata di Lell: il Barça del primo tempo però è tutto fumo e niente arrosto, e non trova una conclusione nello specchio avversario. Dall'altra parte, Sosa, dopo un avvio promettente sparisce dal match, e il solo Ribery porta la croce per i suoi dividendosi tra la fascia destra e la sinistra: è il francese l'unico a provare a dare un mano a Toni, troppo solo là davanti.
La ripresa parte subito con il botto, quello che ci voleva per rivitalizzarla: il Bayern infatti trova il gol del vantaggio con un grande spunto del solito Ribery. Il francese elude il fuorigioco della retroguardia blaugrana e su servizio di Zé Roberto arriva a tu per tu con Valdes: Ribery lo ipnotizza e lo fa secco un gran destro sotto la traversa. E' il 47' e Klinsmann carica i suoi: vuole subito il secondo gol. I bavaresi provano a mantenere alto il ritmo, ma il Barça sembra incassare il colpo senza soffrire più di tanto: i blaugrana infatti continuano il loro classico fraseggio anche se danno l'idea di non premere molto sull'acceleratore. Al 67' c'è spazio per una polemica tutta italiana, quando Rosetti non fischia su un possibile calcio di rigore su Toni (Piqué effettivamente aveva strattonato).
Al 73' il Barcellona annichilisce l'Allianz Arena: i giocatori di Guardiola mettono insieme un'azione degna da manuale del calcio, prima che Alves serva a Keita una palla che il maliano deve solo spedire in fondo al sacco con un sinistro fiondato appena all'interno dell'area di rigore. E' l'1-1 che di fatto chiude i giochi per la qualificazione, se mai ce ne fosse stato bisogno. I catalani infatti abbassano le marce, evidentemente soddisfatti di prestazione e risultato, mentre i bavaresi, stanchi per gli sforzi profusi, abbozzano solamente qualche tentativo. Passa il Barcellona, il Bayern è eliminato: nessuna novità dunque, con i blaugrana nella Top 4 del calcio europeo per la terza volta in quattro anni. Il Bayern invece è rimandato a tempi migliori: per Klinsmann c'è ancora del lavoro da fare.

Davide Bighiani / Eurosport

Jessica Michibata, tutte le foto sexy della fidanzata di Button

Jenson Button dopo la strepitosa vittoria nel GP d'Australia si toglie un'altra soddisfazione: la sua fidanzata la conturbante modella ventiquattrenne Jessica Michibata è stata eletta dal Sun "wags numero uno" del circuito internazionale nella consueta classifica settimanale che vede la bella fidanzata di Lewis Hamilton, Nicole Scherzinger (di cui qui trovate alcune foto molto sexy) solo al quinto posto. Una rivoluzione proprio come nella classifica del Mondiale:

1. - Jessica Michibata (Jenson Button - Brawn GP)

2. - Jenni Dahlman (Kimi Raikkonen - Ferrari)

3. - Raquel del Rosario (Fernando Alonso - Renault)

4. - Hanna Prater (Sebastien Vettel - Red Bull)

5. - Nicole Scherzinger (Lewis Hamilton - McLaren)

6. - Isabell Reis (Timo Glock - Toyota)

7. - Catherine Hyde (Heikki Kovalainen - McLaren)

8. - Anna Rafaela Bassi (Felipe Massa - Ferrari)

9. - Vivian Sibold (Nico Rosberg - Williams)

10. - Silvana Barrichello (Rubens Barrichello - Brawn GP)

Di seguito trovate altre foto sexy della splendida Jessica...


Serie A - La 31a giornata di Serie A in capitoli

CAPITOLO UNO - La Lazio rinasce (ancora) e porta Spalletti al capolinea
Derby caldissimo a Roma, con due squadre obbligate a vincere. Ne è uscita una partita tanto tesa quanto spettacolare. E il verdetto è amarissimo per i giallorossi, sprofondati a -8 dal quarto posto. Le scelte di Spalletti in termini di formazione non hanno convinto più di tanto, al contrario di quelle di Delio Rossi, che ha ritrovato la combattività dei suoi con un 4-4-2 molto tosto. Resta difficile sapere se il tecnico biancoceleste sia definitivamente uscito dal tunnel (la Lazio di quest'anno vive perennemente sull'altalena). Altrettanto arduo è pensare che Spalletti possa restare alla Roma senza il quarto posto. Siamo al capolinea?

CAPITOLO DUE - Inter a metà, Juventus ancora peggio
Non stanno benissimo le prime due della classe. Per un'Inter che gioca solo un tempo contro il Palermo e rischia la beffa nel finale, c'è una Juventus che senza la colonna Sissoko in mezzo al campo si scopre tremendamente vulnerabile in difesa e stanca. Sabato sera all'Olimpico ci sarà lo scontro diretto che, però, con il +10 nerazzurro mette in palio poco o nulla. Insomma, non potevano esserci premesse peggiori per la grande sfida. Che, per una volta, sarà inevitabilmente in tono minore.

CAPITOLO TRE - Genoa e Fiorentina, i due volti della lotta Champions
La Roma è virtualmente fuori dalla sfida per il quarto posto. I preliminari di Champions rischiano di essere una corsa a due tra Genoa e Fiorentina, squadre divise da due soli punti. Eppure i match della 31a giornata confermano che tra lo stato di forma di rossoblù e viola c'è un abisso o quasi, che si traduce in prestazioni convincenti del Grifone e vittorie sofferte dei toscani. Una cosa è certa. Qui sì che il campionato si fa interessante.

CAPITOLO QUATTRO - Il Toro alza la testa, in coda è bagarre
I granata hanno centrato il primo successo della gestione Camolese battendo di nervi un Catania con la pancia piena o quasi. Una vittoria giunta proprio nella giornata in cui il Lecce ha steccato ancora e il Bologna ha finito per sperperare del tutto quanto di buono fatto nei primi mesi di Mihajlovic. Il Chievo, nonostante il ko con il Milan, pare al riparo con 4 punti di vantaggio sul Torino. E i granata potrebbero essere la squadra che arriva al momento decisivo con uno stato di forma migliore rispetto alle concorrenti. Perché il Bologna ne ha perse 4 di fila e il Lecce ha fatto 2 punti in 2 mesi. Con questi rendimenti si va dritti in Serie B.

CAPITOLO CINQUE - Baci e abbracci tra Galliani e Ancelotti
Nella città di Romeo e Giulietta è tornato l'amore tra il tecnico rossonero e il Milan? A giudicare dall'abbraccio e dal bacio di Galliani ad Ancelotti dopo il fischio finale del successo con il Chievo si direbbe di sì. Ma chissà. Certe effusioni paiono fin troppo scontate se di fronte c'è una telecamera e si deve arrivare alla fine della stagione senza troppe voci di mercato. Per il lieto fine sarà meglio pazientare ancora un po'. Intanto il Milan, con Beckham, Ronaldinho e Shevchenko in panchina, si porta a -2 dalla Juventus e vede il secondo posto.

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Video Serie A (31 giornata): Bologna-Siena 1-4

Riassunto di Bologna-Siena, giocata al Renato Dall'Ara valida per la 31 giornata



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Video Serie A (31 giornata): Lecce-Sampdoria 1-3

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Video Serie A (31 giornata): Chievo-Milan 0-1

Riassunto di Chievo-Milan, giocata al Bentegodi valida per la 31 giornata



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Video Serie A (31 giornata): Napoli-Atalanta 0-0

Riassunto di Napoli-Atalanta, giocata al San Paolo valida per la 31 giornata



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Champions League - Un super Adebayor risponde a Senna

Finisce 1 a 1 il match del Madrigal tra Villarreal e Arsenal. Padroni di casa avanti con una sassata di capitan Senna nel primo tempo. Nella ripresa si scatena Adebayor che firma il pareggio con una spettacolare rovesciata


Così come nella semifinale del 2006, anche questa sera Villarreal e Arsenal escono con un pareggio dal match del Madrigal. Finisce però 1-1 (3 anni fa 0-0) e questa volta la qualificazione resta aperta. Si deciderà tutto mercoledì 15 aprile al Fly Emirates di Londra, dove a questo punto i Gunners partiranno leggermente favoriti forti della rete in trasferta. E che rete. A firmarla l'attaccante togolese Emmanuel Adebayor, che pareggia il vantaggio di Senna nel primo tempo nel modo più spettacolare. Una rovesciata che lascia di stucco tutto il Madrigal e mette gli uomini di Wenger in una posizione di forza in vista del ritorno della prossima settimana.
Era anche la partita di Robert Pires, alla prima contro i suoi ex compagni. Pellegrini lo lascia però in panchina, preferendogli la velocità di Ibagaza. In avanti con Giuseppe Rossi c'è Llorente. Nell'Arsenal invece si rivedono Fabregas e Adebayor dal primo minuto, due pedine fondamentali dello scacchiere tattico di Arsene Wenger.
Meglio il Villarreal nel primo tempo. Gli spagnoli giocano senza stelle ma con un grande senso della posizione, applicazione e passaggi in velocità. L'Arsenal ci mette un po' ad entrare in partita e sembra soffrire la vivacità del Sottomarino Giallo che dopo 10 minuti passa. Ci pensa capitan Marcos Senna, il migliore dei suoi, a sbloccare il risultato con un destro dai 25 metri che si insacca all'incrocio dei pali. Una mazzata per l'Arsenal, che a parte un tiro di Nasri ben respinto da Lopez, non riesce a rendersi pericoloso. Sembra una serataccia per i Gunners, che perdono per infortunio il portiere Almunia (scontro con Rossi), costretto alla mezzora a lasciare il campo a Fabianski.
Il portiere polacco si rende subito protagonista con un doppio intervento su Senna e Capdevila, che strozza l'urlo del Madrigal. Piove sul bagnato in casa Arsenal, che sul finale di frazione perde anche Gallas, problema al ginocchio, sostituito da Djourou.
Nella ripresa Pellegrini manda in campo Mati Fernandez al posto di uno spento Cani. Si comincia sulla falsa riga della prima frazione, con il Villarreal che gestisce senza troppi patemi il vantaggio e anzi, sfiora il raddoppio ancora con Senna, in serata di grazia. Al 64' però, ecco la perla di Adebayor, fino a quel momento nullo, che controlla di petto un lancio dalle retrovie di Fabregas e in rovesciata trafigge l'incolpevole Lopez. Una mazzata per gli spagnoli, che di certo non si aspettavano tale prodezza. Il gol cambia la partita. Il Villarreal, stanco, non pressa più come nel primo tempo e lascia Fabregas, Nasri e Walcott liberi di inventare. I Gunners prendono il comando del gioco e sfiorano il vantaggio proprio con Nasri e Walcott, che lambiscono i legni della porta di Lopez.
Il Sottomarino Giallo si fa rivedere dalle parti di Fabianski sul finale di gara con la solita conclusione dalla distanza di Senna e un colpo di testa di Godin, ma sarebbe stato troppo.
Alla fine è 1 a 1. Va bene al Villarreal, che la partita ha rischiato anche di perderla. Va bene all'Arsenal, che potrà ora aspettare le sfuriate degli spagnoli, costretti a segnare nel match di ritorno al Fly Emirates.

Marco Castellaneta / Eurosport

Champions League - Tra Manchester e Porto vince lo spettacolo

All'Old Trafford finisce 2-2 l'andata dei quarti di finale di Champions League. Match bellissimo, intenso e che resta vivo fino alla fine: Porto che domina a lungo e che alla fine strappa un meritatissimo pareggio in vista della gara di ritorno in programma settimana prossima al Do Dragao

Forse una delle più belle partite delle ultime edizione della Champions League. E' questo il primo pensiero che verrà a in mente a tutti i fortunati appasionati di calcio che hanno avuto la fortuna di assistere al match dell'Old Trafford tra Manchester United e Porto. Di fronte, per l'andata dei quarti di finale di Champions League, i campioni in carica guidati da Sir Alex Ferguson contro lo spauracchio lusitano, capace nel 2004 di elimare proprio i Red Devils agli ottavi quando ancora c'era un certo Josè Mourinho in panchina. Al mago scozzese dello United non è bastato eliminare lo Special One - ora all'Inter- nel turno precedente per scongiurare una nuova beffa da parte dei campioni in carica del Portogallo.
Il nuovo Porto targato Jesualdo Ferreira gioca una partita praticamente perfetta, producendo un calcio tanto efficace quanto spettacolare: nel primo tempo lo United viene letteralmente schiacciato dai lusitani che sbucano in continuazione dalle parti di van der Sar. Il portiere olandese è in serata di grazia ed evita il peggio in più occasioni ma dopo appena 4 minuti è già costretto a raccogliere la sfera dal fondo della rete dopo il chirurgico sinistro a giro di Rodriguez che raffredda l'Old Trafford. Non basta nemmeno l'assurdo - e sciagurato - errore di Bruno Alves a scuotere Ronaldo e compagni: Rooney ringrazia per il passaggio del centrale portoghese, supera Helton con un pallonetto, firma il momentaneo pareggio ma è tutto inutile (16'). Il Manchester è irriconoscibile: manovra lenta, poche idee in mezzo al campo, Rooney e Ronaldo isolati e difesa bucata in continuazione dal tridente portoghese che non lascia punti di riferimento ai centrali di Ferguson. Il pubblico inglese prova a incitare i propri beniamini ma ogni coro dell'Old Trafford viene strozzato sul nascere da un agghiacciante silenzio di paura per i ripetuti pericoli dalle parti di van der Sar. Si va al riposo sull'1-1, un risultato che va esageratamente stretto alla formazione di Jesualdo Ferreira.
Nella ripresa la musica cambia un po': i giocatori del Porto abbassano pressing e ritmo di gioco e lo United riesce con più frequenza a rendersi perisoloso. Il match resta comunque gradevole anche perchè con il passare dei minuti le due formazioni si allungano e non c'è un secondo di pausa. Ferguson si gioca le cartucce Giggs e Tevez: il gallese comincia a sfornare cross invitanti ma nè Rooney nè Ronaldo riescono a bucare l'ottimo e attento Helton. Cinque minuti al novantesimo, giocatori in campo esausti, soprattutto quelli del Porto che hanno evidentemente esaurito le batterie e risultato che non si vuole proprio sbloccare: pareggio inevitabile dunque? Assolutamente no. Su una rimessa laterale di Neville, Rooney si inventa un colpo di tacco volante da favola che libera al tiro Tevez - bravissimo nell'inserimento - che brucia Rolando e deposita in rete il gol del 2-1. L'Old Trafford può finalmente sciogliersi in un ruggito.
Ruggito che, però, si trasforma nuovamente in silenzio glaciale quando all'89' Mariano Gonzales (ex Palermo e Inter, ndr) infila van der Sar, fissa il risultato sul definitivo 2-2 e scrive un finale da urlo a una partita da antologia.
Risultato giusto, non giusto, poco importa. Alla fine i giocatori lusitani lasciano il campo tra gli applausi dei sostenitori del Manchester, consci di aver avuto la fortuna di assistere a una simile show. Questo è il calcio, questo è spettacolo, questo è sport. E alla fine, a nessuno importa che non ci sia un vincitore: questa sera, infatti, a trionfare è stato il calcio.

Alessandro Brunetti / Eurosport

Allegri va al Milan Ancelotti al Chelsea

L'evoluzione delle panchine spiegate dall'edizione odierna della Gazzetta dello Sport

Allegri dal Cagliari al Milan, Ancelotti dai rossoneri al Chelsea. E' questo lo scenario disegnato dall'apertura odierna della Gazzetta dello Sport.

"Nonostante - si legge sulle pagine rosa - il recente patto tra Adriano Galliani e il tecnico di Reggiolo non preveda separazioni immediate, dietro le quinte vanno segnalati numerosi movimenti del club rossonero".

"Nonostante le cortine fumogene e le smentite di rito - prosegue il quotidiano sportivo - è emerso più di qualche indizio. E tutto porta a Massimiliano Allegri, brillante guida del sorprendente Cagliari da Coppa Uefa".

Secondo la Gazzetta, Allegri (nella foto) avrebbe incontrato recentemente il presidente rossoblu Cellino, dal quale avrebbe avuto la promessa di potersi liberare nel caso arrivasse un'offerta dalla prime tre squadre in classifica.

Non sarebbe la prima volta, ricorda il quotidiano, che il Milan ha voltato pagine con scelte rivoluzionarie in panchina: Sacchi e Capello erano pressoché debuttanti ai massimi livelli quando si accomodarono sulla panchina rossonera.

Federico Macheda, storia, vita e.. Facebook

Un giovane appena sedicenne scende silenzioso dall’aereo che l’ha portato in Inghilterra e gli occhi tradiscono la determinazione di chi ha un sogno, e ha i mezzi per realizzarlo. Non si capisce che è italiano, se non per lo spaesamento dovuto al contatto con una realtà subito diversa e dalle poche parole che rivolge a due adulti. Sono Pasquale e Loredana, i genitori che l’hanno accompagnato da Roma a Manchester nell’avventura che ha intrapreso il figlio ancora imberbe. Il giovane invece è Federico Macheda; il sogno, quello di diventare un fuoriclasse del soccer. Federico, un giovane come tanti, talento e passione come pochi. “Kiko” per gli amici e per i sostenitori che già gli hanno visto fare il primo passo, e che passo, nella carriera allo United, la squadra allenata da Ferguson e – siamo nel 2007 – futura regina d’Europa: ingaggiato dalla Lazio per 80.000 euro, cifra considerevole per un sedicenne non ancora in età da contratto in base alla legge italiana, il numero 41 all’esordio in prima squadra realizza al 93’ un gol spettacolare che porta in vantaggio i Red Devils contro l’Aston Villa e che è il migliore biglietto da visita per le sue doti da trequartista: dribbling, colpo di tacco, girata, tiro forte e di una precisione ingegneristica praticamente impossibile da parare. Curiosità: Macheda è già in lista Champions, quale giocatore proveniente dalle giovanili.

E dunque prime pagine, popolarità, boom di contatti su Facebook. I giorni di gloria (sarà vera gloria? Gli auguriamo di sì) che sta vivendo Kiko Macheda probabilmente saranno rivissuti di qui a qualche tempo da altri giovani italiani in cerca di successo all’estero. Ce ne sono una trentina e non è un caso se la maggior parte risiede attualmente nel Regno Unito. Qui infatti è possibile trovare le 4 S che rendono facile dire arrivederci, o addio, al Bel Paese: soldi e scuola garantita (i primi per gli aspiranti campioni, i secondi per aggirare il veto dei genitori: non dimentichiamo le età dei ragazzi), ma anche stadi e sopravvivenza in Champions: quello che pone attualmente il soccer inglese qualche spanna sopra al calcio nostrano.

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Video Premier League: Manchester Unt.-Aston Villa 3-2

Guardate l'ultimo goal, di Federico Macheda, un giovane cresciuto nelle giovanili della Lazio dalle qualità insuperabili per la sua età (17 anni), e che Lotito ha praticamente "regalato" al Manchester...

Video Serie A: Siena-Lazio 2-0



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Video: Riassunto Milan-Lecce



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Serie A - La 30a giornata di A divisi in capitoli (tutti i numeri delle partite)

Andiamo ad analizzare i temi più interessanti dell'ultimo turno di A. L'Inter perde i pezzi, ma allunga, la Juve inciampa: citazioni particolari per Palombo, Cavani, Thiago Motta e Jovetic

CAPITOLO UNO - L'Inter perde pezzi, ma allunga
Lo scudetto è ormai a un passo, ma l'Inter vista a Udine contro la formazione di Marino non ha affatto convinto. Poco importa, però, perchè dietro la Juve frena e allora la distanza fra le prime due forze del campionato aumenta ancora. Sono adesso nove i punti che i nerazzurri possono gestire sulla Vecchia Signora: un gap che, con solo otto giornate ancora da giocare, pare al momento incolmabile. Capitolo infortuni: dopo Maicon, l'Inter deve affrontare anche lo stop imprevisto di Julio Cesar. Per il portiere brasiliano si teme un mese di stop.

CAPITOLO DUE - Buffon tradisce la Juve alla 300a in bianconero

Doveva essere una festa, l'avversario, il Chievo di Di Carlo, doveva semplicemente essere la vittima designata per la celebrazione delle 300 presenze in bianconero di Gigi Buffon. E invece il numero uno della Nazionale si è visto costretto a raccogliere per ben tre volte il pallone dentro la sua porta nella partita interna della sua Juve contro il sorprendente Chievo di Pellissier. Tre gol subìti da Buffon sono una rarità, così come le incertezze dell'ex giocatore del Parma osservate contro i clivensi: e intanto l'Inter scappa...

CAPITOLO TRE - Rotto, zoppicante, ma sempre decisivo: Francesco Totti
Ci sono giocatori che anche se non al 100% della loro condizione vanno sempre schierati. Uno di questi è senza dubbio Francesco Totti, capitano e simbolo di una Roma che insegue, a cinque punti di distanza, il quarto posto del Genoa. La doppietta di Totti, e poco importa se arriva su calcio di rigore (perchè siamo dell'idea che bisogna sempe saperli tirare), permette ai giallorossi di superare all'Olimpico il Bologna di Mihajlovic dopo che Marazzina, che non segnava in Serie A dal 2004, aveva tenuto in bilico la sfida fino al quarto d'ora della ripresa

CAPITOLO QUATTRO - Primo gol in viola di Jo-Jo
Dopo undici mesi arriva finalmente il primo gol con la maglia della Fiorentina di Stevan Jovetic, talentuoso trequartista serbo arrivato in Italia nell'estate del 2008. E' sua infatti la rete del momentaneo 1-1, poi il solito Gilardino regalerà i tre punti alla formazione di Prandelli, all'Azzurri d'Italia contro l'Atalanta. Un gol su rigore: forse non proprio quello che Jovetic si aspettava come primo timbro in viola, ma tanto basta per iniziare.

CAPITOLO CINQUE - E se questo Cavani valesse Amauri...
Quando Amauri ha lasciato Palermo, erano in pochi quelli pronti a scommettere sull'esplosione di Edison Cavani. E' il momento, invece, di passare a riscuotere per tutti coloro i quali l'hanno fatto. Perchè l'attaccante uruguayano sta disputando una stagione fantastica: con Miccoli e Simplicio, il Palermo ha un attacco da quasi 30 gol (sono 29 al momento, 11 Cavani, 10 Miccoli e 8 Simplicio): davvero tanta roba.

CAPITOLO SEI - Torino: è notte fonda
Quattro sconfitte consecutive, appena 9 punti nel 2009 dove i granata hanno vinto solo una volta, in casa contro l'Udinese: questo il bilancio della società di Cairo che di uscire dalla crisi proprio non vuole saperne. Il ritorno del figlio prodigo Giancarlo Camolese non è servito: il momento nero del Torino continua. E il calendario (Milan, Fiorentina, Genoa, Napoli e Roma ancora da affrontare, più le sfide salvezza contro Siena e Bologna) rende tutto più complicato.

CAPITOLO SETTE - Motta, quanto sei forte! Palombo: prima doppietta in carriera
Forse ancor più che il principe Milito, il giocatore simbolo del Genoa di oggi è Thiago Motta. Da quando è arrivato il centrocampista brasiliano ha preso in mano con grandissima personalità il Grifone con giocate intelligenti, assist e quattro gol. Un acquisto indovinato e fortemente voluto dal presidente Preziosi cui vanno i nostri complimenti. L'ultima citazione della nostra rubrica è per Angelo Palombo, centrocampista e capitano della Sampdoria che contro il Napoli ha realizzato la prima doppietta della sua carriera: due sassate su punizione dalla distanza. Tanto è bastato per spaventare Navarro.

Andrea Tabacco / Eurosport

Calciomercato - I gioielli bianconeri nel mirino del Barca

Il Barcellona deciso a comprare Buffon con un'offerta irrinunciabile. La Juventus intanto, investe almeno 20 milioni per trovare il sostituto di Nedved

Il Barcellona all'assalto della Signora. Dopo Gigi Buffon, legato alla Juve da un contratto fino al 2013, il club catalano punta tutto su David Trezeguet, come ha dichiarato il suo consigliere Antonio Caliendo. Il manager francese ha, infatti, rivelato che oltre all'Inghilterra e alla Spagna ci sono forti interessi, ormai da anni, per l"attaccante bianconero anche da parte del Barcellona.
Il Barcellona sta aspettando il momento propizio per tentare una delle operazioni - top del mercato estivo: mettere a Buffon la maglia azulgrana presentando alla Juventus una offerta irrinunciabile. Il Barcellona potrebbe offrire, infatti, 50 milioni alla dirigenza di Corso Galileo Ferrarsi, più l'eventuale inserimento nella trattativa del bomber camerunense o di Yaya Touré. Victor Valdes, il portiere che è in scadenza nel 2010, non ha più la fiducia del tecnico Guardiola mentre Eto'o, nonostante gli innumerevoli gol, rimane in rapporti piuttosto tesi con Laporta.
Grazie alla cessione del portierone e dell'attaccante, la Juve potrebbe rafforzare la rosa con almeno cinque giocatori. Nella lista ci sono Hamsik, Agger, Silva, Miguel e Handanovic (come sostituto di Buffon), Quagliarella, Diego e Floccari. L'interesse della Juve sembra mirare, negli ultimi giorni, soprattutto verso l'asso brasiliano Diego, ormai deciso a lasciare Brema per fare il definitivo salto di qualità. Il d.s. Secco ha incontrato, nei giorni scorsi, Giacomo Petralino, agente Fifa e principale intermediario per un possibile trasferimento del brasiliano alla Juventus. Blanc ha confermato che, per sostituire Nedved, verranno investiti almeno 20 milioni. La Juve potrebbe proporre a Diego un quadriennale da 4 milioni a stagione di media. La formula prevede un 20% dell'ingaggio legato ai risultati della squadra, quindi il 24enne fantasista brasiliano potrebbe guadagnare 3,8 milioni il primo anno, per arrivare a 4,6 il quarto.

Silvia Trovato / Eurosport

Calciomercato - Kakà-Real Madrid: c'è già il sì

Secondo la stampa spagnola ci sarebbe già l'accordo tra giocatore e Merengues: inoltre, sarebbero già pronti 60 milioni di euro per convincere anche il Milan


Quasi ci mancava... Torna prepotentemente alla ribalta la telenovelas Kakà-Real Madrid. Forte anche della tensione delle ultime settimane tra Milan e la Federazione brasiliana, dalla Spagna sono convinti che a luglio Kakà lascerà Milano per trasferirsi a Madrid, alla corte di Florentino Perez, candidato numero uno per la presidenza delle Merengues.
Non è un mistero che l'imprenditore spagnolo sia alla ricerca di un nome da urlo per presentarsi come il salvatore della Patria alle prossime elezioni: Kakà e Cristiano Ronaldo sono gli obiettivi numeri 1, ma in Spagna oramai sono certi che Perez abbia già strappato il sì del brasiliano.
Secondo "Marca", infatti, Perez avrebbe già ottenuto il sì del giocatore e avrebbe pronta un'offerta di 60 milioni di euro per il Milan che, se confermata, difficilmente potrebbe essere rifiutata dal club rossonero visto il periodo di crisi economica di questi tempi.
Certo, per ora, si tratta solo di voci ma bisognerà verificare come si evolverà il cammino del Milan verso la prossima Champions League e ci sarà anche da capire se le dichiarazioni di Kakà di settimana scorsa ("Sono migliorato molto di più in una settimana qui in Brasile, che in cinque a Milanello ...") abbiano veramente incrinato il rapporto tra il brasiliano e i vertici del club rossonero. I 60 milioni incassati potrebbero poi essere investiti per ringiovanire la rosa rossonera con ragazzi di talento per gettare le basi anche per il Milan del futuro...

Alessandro Brunetti / Eurosport

Serie A - Cuore Milan: Dinho e Inzaghi nel finale

Due gol nei minuti di recupero consentono ai rossoneri di piegare il Lecce a San Siro. Grazie a questi tre punti, la formazione di Ancelotti consolida il terzo posto in classifica


Sono arrivati i tre punti, ma la vittoria contro il Lecce ottenuta soltanto nel recupero rappresenta un campanello d'allarme che deve essere ascoltato. Quando Galliani dice "Non investiremo sul mercato, perchè non possiamo permettercelo" sbaglia; il Milan, in quanto società, ha l'obbligo di intervenire. Perchè contro il Lecce si sono visti tutti i limiti di una squadra troppo avanti con l'età e nella quale a correre sono rimasti davvero in pochi.
Uno su tutti: Pato. Da lui bisogna ripartire. Il "papero" ci prova in tutti i modi, a volte è sicuramente troppo egoista, ma le migliori azioni del Milan sono arrivate grazie alle sue accelerazioni, alle sue grandi giocate. Benussi è stato bravo in qualche circostanza, ma è il Milan che è stato incapace di colpire. Le conclusioni di Flamini sono parse timidi passaggi, mentre le scorribande cui ci aveva abituato Kakà (che evidentemente non sta ancora bene, nonostante quello che cice il Brasile), un impolverato ricordo.
La verità è che a correre rimasti davvero in pochi. Flamini gira a vuoto, Pirlo è in parabola discendente da ormai qualche mese a questa parte, Seedorf è fischiato dal pubblico di San Siro che ormai non lo può più vedere; se poi si riflette su una difesa, quella titolare di oggi, che si regge sulle 37 primavere di Favalli e sulle oltre 40 di Maldini, le difficoltà del Milan sono presto spiegate. Serve una rivoluzione copernicana, caro Galliani, altro che "non spenderemo". Perchè non si può sempre sperare che Ronaldinho, che tra parentesi ogni volta che entra in campo fa i solchi nella zona che va a occupare da quanto è fermo, sfiori con i capelli un colpo di testa di Senderos e che Pippo Inzaghi (che in rossonero venga presto santificato!) continui a segnare per tutta la vita. Capitolo a parte merita poi Shevchenko: uno che ha fatto la storia del Milan e che finora è stato impegnato con il contagocce. Non ha mai detto niente, ma ogni volta che è stato chiamato in causa ha sempre dato il suo contributo. E' anche tornato al gol con la sua Nazionale, contro il Lecce ha fatto l'assist per Inzaghi: forse merita qualche possibilità in più...
Per dovere di cronaca va ricordato che il Milan, grazie ai tre punti ottenuti con i denti nel finale di partita contro un Lecce che si è difeso con ordine per 90' sfiorando addirittura un clamoroso vantaggio con Tiribocchi, conferma di essere la terza forza del campionato alle spalle di Inter e Juventus. La Champions League è l'obiettivo minimo per una squadra che ha l'obbligo, soprattutto verso i propri tifosi, di un immediato quanto radicale cambiamento.


Andrea Tabacco / Eurosport

Serie A - Si ferma Julio Cesar, non l'Inter: Juve a -9

Sul campo di un'Udinese in piena emergenza, l'Inter approfitta in pieno del passo falso della Juve, vincendo con un autogol di Isla, dopo aver sofferto nel primo tempo la maggior vivacità dei bianconeri. Mourinho rischia però di perdere, dopo Maicon, anche Julio Cesar, uscito a mezz'ora dalla fine


Game Over. Senza iniziare la solita manfrina ''campionato chiuso-campionato riaperto'', l'impressione è che la 30esima giornata di Serie A abbia consegnato all'Inter il 17esimo scudetto. In un turno sulla carta favorevole alla Juventus, la squadra di Mourinho trova la forza di allungare a + 9, approfittando del brutto passo falso dei bianconeri, e andando a espugnare il difficile campo di Udine. Una vittoria rocambolesca, propiziata da un clamoroso autogol di Isla, che conferma ancora una volta la legge degli ultimi anni: all'Inter, in campionato, gira tutto bene , anche quando la squadra, come oggi, soffre e gioca partite incolori. Sarà che la fortuna aiuta gli audaci, sarà che quella fortuna viene poi pagata in Europa, dove la dea bendata invece assiste raramente la Beneamata... fatto sta che se una squadra già forte trova spesso e volentieri episodi favorevoli, per le altre la vita diventa davvero durissima.
Poche sorprese nelle formazioni in campo. Mourinho riempie il vuoto lasciato da Maicon spostando Santon a destra, in teoria il suo ruolo naturale, e recuperando il ribelle Maxwell a sinistra. Davanti, la scomparsa di Adriano toglie ogni dubbio sul partner da affiancare a Ibra. Marino da parte sua ha pochissime scelte, con un tridente obbligato visto l'infortunio di Di Natale e la squalifica di Sanchez, e una difesa con gli uomini contati. Il primo tempo vede un'Udinese subito aggressiva che toglie spazio e fiato al centrocampo dell'Inter, riuscendo a pressare bene e a ripartire in velocità. Molto brillante soprattutto Asamoah, che corre, contrasta e costruisce bene. Al 34esimo, proprio una perfetta palla in profondità del ghanese lancia Quagliarella che si invola verso l'area. Julio Cesar esce basso e l'attaccante della Nazionale vola a terra, reclamando a gran voce un rigore che a velocità normale sembra esserci. Il replay insinua più di un dubbio sul fatto che il numero 27 dell'Udinese si lasci in realtà cadere... Il commento più oggettivo, tanto per cambiare, è che quello dell'arbitro è davvero un lavoro difficile.
I firulani dominano a tratti, contro un'Inter molto statica e poco reattiva, che conclude pericolosamente solo una volta, con Muntari. Nemmeno Julio Cesar corre grossi pericoli, perché gli uomini di Marino si perdono un po' negli ultimi 20 metri, affidandosi prevalentemente a conclusioni dalla distanza.
La ripresa continua su questa falsargia, con i padroni di casa che alternano soluzioni da lontano (bella la botta di Inler al 54', a lato di un soffio), e ripartenze profonde, come al 51' quando Pepe pesca in velocità il solito Quaglierella, fermato dall'immancabile miracoloso recupero di Cordoba.
L'Inter però inizia a controllare meglio il centrocampo, con il solito Cambiasso ben assistito in copertura da Muntari. Al 64esimo Ibra e compagni costruiscono la prima azione davvero bella, con Balotelli che apre bene per lo svedese sulla destra, palla bassa di prima in mezzo per Stankovic che ci arriva con la punta, ma non trova la porta. Due minuti dopo doppio cambio per Mourinho, che toglie in un colpo un innocuo SuperMario e un Santon stranamente a disagio sulla sua fascia preferita, per affidarsi all'esperienza di Vieira e Figo. Il terzo cambio arriva poco dopo, quando Julio Cesar, su una semplice uscita, si blocca toccandosi l'interno coscia ed è costretto a lasciare il posto a Toldo. Gran brutta notizia per tutti i tifodi nerazzurri, che 5 minuti dopo però esplodono di gioia per il rocambolesco episodio che, forse, vuol dire Scudetto.
Ibra riceve al limite, temporeggia per un attimo giochicchiando col pallone e attirando su di sé gli avversari, prima di premiare con un fulmineo destro-sinistro il taglio di Vieira. Il francese incespica goffamente, forse anche toccato da dietro, ma sull'uscita di Belardi la palla carambola sul piede di Isla che di piatto infila la propria porta.
L'Udinese si demoralizza, e forse inizia anche a pensare all'impegno in Uefa di giovedì, e l'Inter controlla senza particolari affanni almeno fino ai minuti finali, quando Pepe e compagni tentano un ultimo forcing che porta a un paio di angoli, e a un'ottima occasione sprecata di testa da Obodo. Finisce 1-0 per la capolista, che almeno per una sera avrà ottimi motivi per sorridere, anche se l'infortunio di Julio Cesar, unito a quello di Maicon, e l'inquietante vicenda Adriano confermano l'altra legge sempre valida: all'Inter, anche quando tutto va bene, c'è sempre qualcosa che rovina la festa.


Guido Guenci / Eurosport

I numeri della 30/giornata

L'Udinese non batte l'Inter dal 2004. Il Milan ha vinto le ultime cinque sfide casalinghe contro il Lecce, segnando 17 reti


Atalanta - Fiorentina
L'Atalanta non batte la Fiorentina in campionato da sei incontri, in cui si registrano quattro pareggi e due vittorie viola, inclusa quella dell'andata a Firenze. La Fiorentina ha sempre segnato due reti nelle ultime quattro sfide di campionato contro l'Atalanta. Le ultime due sfide di campionato disputate a Bergamo tra queste due squadre sono terminate col medesimo risultato (2-2). L'Atalanta non pareggia in casa dallo scorso 2 novembre (0-0 col Lecce); da allora gli uomini di Gigi Del Neri hanno collezionato sette vittorie e tre sconfitte tra le mura amiche in campionato. La Fiorentina ha raccolto solo cinque punti nelle ultime sei trasferte di campionato, in cui sono maturate tre sconfitte, due pareggi ed una sola vittoria. Undici i precedenti disputati tra i due tecnici nella massima serie: Cesare Prandelli vanta sette vittorie su Del Neri, un successo per l'attuale tecnico dell'Atalanta, tre i pareggi.

Cagliari - Catania
L'ultima volta in cui il Cagliari è riuscito a segnare più di un gol al Catania nella massima serie risale all'aprile 1966 (vittoria interna per 3-1); da allora, i sardi hanno segnato una sola rete in sei occasioni, non riuscendo a segnare in una, per un totale di tre pareggi, tre sconfitte ed una sola vittoria contro i siciliani in campionato. Il Cagliari non è riuscito a segnare in tre delle ultime quattro gare casalinghe di campionato, in cui ha rimediato due sconfitte ed un pareggio. L'unico precedente tra Massimo Allegri e Walter Zenga nella massima serie è stato la vittoria dei siciliani per 2-1 nella gara d'andata di questo campionato.

Juventus - Chievo
Juventus e Chievo si sono affrontate 11 volte in Serie A: i bianconeri sono imbattuti, con 10 vittorie ed un pareggio finora. La Juventus è reduce da cinque vittorie consecutive in campionato; Del Piero & co. hanno realizzato otto reti nelle ultime due giornate, di cui sette nel corso dei secondi 45 minuti di gioco. Il Chievo ha raccolto 10 punti nelle ultime quattro giornate di campionato, segnando sette gol e subendone solo uno; questa serie positiva ha permesso agli uomini di Domenico Di Carlo di salire a quota 30 punti, a +6 dalla zona retrocessione. Il mister bianconero, in serie A, non è mai stato battuto dal tecnico degli scaligeri: due i precedenti disputati finora, una vittoria per Ranieri ed un pareggio.

Milan - Lecce
Il Milan ha vinto le ultime cinque sfide casalinghe di campionato contro il Lecce, segnando in totale 17 reti. Il Lecce ha raccolto solo due punti nelle ultime sette giornate di campionato, frutto di due pareggi casalinghi, mentre ha perso le ultime tre trasferte consecutive subendo nove gol in totale. Questa sfida metterà di fronte la squadra che ha ottenuto più calci di rigore a favore finora in campionato (il Milan, nove) e quella che ne ha ottenuto meno (il Lecce, uno). Gli uomini di Carlo Ancelotti vantano il maggior numero di gol messi a segno su azione finora in campionato, 36. La squadra di Gigi De Canio condivide con la Reggina la peggior difesa del campionato finora, con 48 gol subiti. I precedenti disputati tra i due tecnici nella massima serie vedono Carlo Ancelotti in vantaggio su De Canio per due vittorie ad una, nessun pareggio finora.

Palermo - Torino
Il Palermo è imbattuto nelle ultime cinque sfide casalinghe di campionato contro il Torino, in virtù di quattro vittorie prima del pareggio della scorsa stagione al Barbera per 1-1. I granata hanno raccolto un solo punto nelle ultime quattro giornate di campionato, e sono reduci da tre sconfitte consecutive. Il Palermo sta mostrando grande discontinuità di risultati nel corso del 2009, in cui sono maturate sei vittorie, cinque sconfitte ed un pareggio per gli uomini di Davide Ballardini. Se da un lato il Palermo è l'unica squadra ad avere sempre vinto da situazione di vantaggio quest'anno (13 volte su 13), il Torino ha perso più di tutti da situazione di svantaggio, 15 volte su 17, con due pareggi. La sconfitta nel turno precedente contro la Sampdoria è costata l'esonero a Walter Novellino, sostituito da Giancarlo Camolese, già protagonista della promozione in Serie A nella stagione 2000/01. L'unico precedente tra l'attuale tecnico granata e Ballardini nella massima serie è terminato col successo dell'attuale tecnico rosanero.

Reggina - Genoa
Quello di domenica prossima sarà il quarto confronto tra Reggina e Genoa nella massima serie: i calabresi si sono imposti nell'unico precedente disputato finora al Granillo, mentre il Genoa ha avuto la meglio nei successivi due a Marassi, incluso il 4-0 dell'andata di quest'anno dove l'attaccante argentino Diego Milito fu assoluto protagonista, realizzando una tripletta. Il 79 % dei gol del Genoa (31 su 39) sono stati realizzati quest'anno nel corso dei secondi tempi; 14 di questi sono arrivati nel corso del quarto d'ora finale di gara, un record. 16 di questi gol sono stati messi a segno da Milito, che non ha ancora fatto centro nel corso del primo tempo in questo campionato. Al contrario, la Reggina ha segnato solo 12 gol nel corso dei secondi 45 minuti di gioco finora, nessuna squadra ha fatto peggio in campionato quest'anno. I calabresi hanno il peggior attacco di questa competizione con 22 gol messi a segno finora (di cui solo nove su azione), ovvero solo l'8% dei tiri effettuati in totale, un record negativo quest'anno in Serie A. Entrambi i due precedenti disputati tra Nevio Orlandi e Giampiero Gasperini vedono l'attuale tecnico del Genoa vittorioso sul collega della Reggina, senza subire alcun gol.

Roma - Bologna
La Roma non batte il Bologna in campionato dal novembre 2003; da allora, il Bologna si è imposto in due occasioni, prima di bloccare i giallorossi sull'1-1 nelle ultime due sfide. Gli uomini di Luciano Spalletti hanno vinto una sola gara nelle ultime sei giornate di campionato; tre pareggi e due sconfitte completano il quadro. Il Bologna ha racimolato un solo punto nelle ultime quattro trasferte di campionato, 1-1 a Napoli. Il Bologna è riuscito a tenere la porta inviolata solo tre volte quest'anno, un record negativo in Serie A. La Roma detiene il primato dei cartellini rossi subiti finora in questo campionato, nove, tuttavia ha commesso il minor numero di falli quest'anno, 434. In occasione della gara d'andata pareggiata al Dall'Ara per 1-1, Mihajlovic fece il suo esordio come allenatore su una panchina di Serie A; da allora il Bologna ha collezionato 20 punti in 19 partite, frutto di quattro vittorie, otto pareggi e sette sconfitte sotto la gestione del tecnico serbo.

Sampdoria - Napoli
Il risultato delle ultime quattro sfide di campionato tra Sampdoria e Napoli è sempre stato di 2-0, con due successi per parte. La Sampdoria è reduce da due pareggi e tre vittorie nelle ultime cinque gare casalinghe di campionato. L'attaccante Giampaolo Pazzini, arrivato in blucerchiato lo scorso gennaio dalla Fiorentina, ha già realizzato otto reti in dieci presenze di campionato in blucerchiato. I partenopei non vincono da undici turni di campionato, in cui sono arrivate sette sconfitte e quattro pareggi, inclusi i due nelle ultime due giornate sotto la gestione del nuovo tecnico Roberto Donadoni. Inoltre hanno realizzato una sola rete nelle ultime cinque gare di campionato. La vittoria per 2-0 ottenuta al San Paolo nella gara d'andata aveva permesso al Napoli di agganciare il Milan al secondo posto in classifica, un punto dietro all'Inter; da allora il Napoli ha ottenuto solo 14 punti nelle successive 18 partite, precipitando in 11ma posizione. I precedenti disputati tra Walter Mazzarri e Donadoni nella massima serie finora sono due: un pareggio ed una vittoria per l'ex CT della Nazionale.

Siena - Lazio
Quella di domenica prossima sarà l'undicesima sfida tra Siena e Lazio nella massima serie: i precedenti vedono i biancocelesti in vantaggio per quattro successi a tre sui toscani, con quattro pareggi. Sia Lazio che Siena sono reduci da due sconfitte nelle ultime due giornate. Gli uomini di Marco Giampaolo hanno subito il minor numero di ammonizioni finora in questo campionato, 52. Nel corso degli ultimi 12 mesi la Lazio ha pareggiato solo due volte in trasferta in campionato, una volta un questo campionato a Udine, ed una nella scorsa stagione a Parma; nove sconfitte e sette vittorie completano il quadro. Delio Rossi è imbattuto nei cinque precedenti disputati contro Giampaolo nella massima serie: quattro i successi dell'attuale tecnico della Lazio (incluso quello dell'andata per 3-0) ed un pareggio finora.

Udinese - Inter
L'ultima vittoria dell'Udinese sull'Inter in campionato risale al febbraio 2004 (2-1 per i friulani a San Siro); da allora l'Inter ha vinto quattro volte, e le cinque rimanenti sfide si sono concluse in parità. L'Udinese è imbattuta da sei gare di campionato disputate tra le mura amiche, in cui sono maturate tre vittorie ed altrettanti pareggi. La doppietta segnata nel turno precedente alla Reggina ha permesso all'attaccante nerazzurro Zlatan Ibrahimovic di superare il suo record personale di gol in una stagione di Serie A e raggiungere Marco Di Vaio in vetta alla classifica stagionale dei cannonieri a quota 19. L'Inter è l'unica squadra della Serie A a non aver ancora subito calci di rigore finora in questa stagione. L'unico precedente tra i due tecnici in Serie A è quello della gara d'andata vinta dall'Inter di José Mourinho per 1-0 a San Siro.

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Qualificazioni Mondiali 2010 SudAfrica - Il regolamento

Europa

Girone 1
Portogallo, Svezia, Danimarca, Ungheria, Albania, Malta

Girone 2
Grecia, Israele, Lettonia, Lussemburgo, Moldova, Svizzera

Girone 3
Repubblica Ceca, Irlanda del Nord, Polonia, San Marino, Slovacchia, Slovenia, Ungheria

Girone 4
Azerbaigian, Finlandia, Germania, Liechtenstein, Russia, Galles

Girone 5
Armenia, Belgio, Bosnia Herzegovina, Estonia, Spagna, Turchia

Girone 6
Kazakistan, Bielorussia, Croazia, Inghilterra, Ucraina, Andorra

Girone 7
Austria, Far Oer, Francia, Lituania, Romania, Serbia

Girone 8
Italia, Bulgaria, Cipro, Georgia, Irlanda, Montenegro

Girone 9
Islanda, Macedonia, Olanda, Norvegia, Scozia

Sud America
Paraguay, Colombia, Perù, Bolivia, Uruguay, Argentina, Brasile, Venezuela, Cile, Ecuador

Nord e Centro America
Costa Rica, El Salvador, Honduras, Messico, Trinidad&Tobago, Stati Uniti

Africa

Gruppo A (Togo, Camerun, Marocco, Gabon)
Gruppo B (Mozambico, Nigeria, Kenya, Tunisia)
Gruppo C(Rwanda, Algeria, Egitto, Zambia)
Gruppo D (Ghana, Benin, Sudan, Mali)
Gruppo E(Costa d'Avorio, Malawi, Burkina Faso, Guinea)

Asia
Gruppo 1 (Australia, Giappone, Bahrain, Qatar, Uzbekistan)
Gruppo 2 (Corea del Sud, Corea del Nord, Iran, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti)

Oceania
Nuova Zelanda, Nuova Caledonia, Fiji, Vanuatu

IL REGOLAMENTO

Dall'Europa passano in 13. Per arrivare tranquilli al sorteggio del 4 dicembre 2009, a Città del Capo, occorre vincere il gruppo. Altrimenti serve il secondo posto: le 8 "migliori seconde" decise in base alla classifica avulsa tra le prime 5 di ogni gruppo, si affronteranno in 4 spareggi (andata e ritorno). Quindi: la "peggior seconda" resta a casa.
All'Africa andranno 6 posti, padroni di casa compresi.
Al Sud America 4 Nazionali, e la quinta spareggia con la quarta nordamericana.
Quattro posti anche per l'Asia, la quinta spareggia con la vincente dell'Oceania.

Maicon, offerta del Real Madrid

Sembra ufficiale l'offerta del Real Madrid per Maicon. A dirlo il quotidiano As, secondo il quale il procuratore del giocatore avrebbe confermato l'offerta inviata all'Inter nei giorni scorsi.

Il laterale destro risulta da tempo nel mirino delle Merengues e a quanto pare la trattativa ha avuto inizio. Non è stato rivelato il nome dell'autore del fax, dettaglio non certo di secondaria importanza vista la situazione incerta del club spagnolo, in piena tempesta societaria e in attesa di un nuovo presidente eletto dai soci. Tutto fa pensare al solito Florentino Pérez, in corsa proprio per la presidenza (il suo sarebbe un importante ritorno alla guida del prestigioso club).
Da vedere adesso la reazione del presidente Moratti, che già in passato aveva dichiarato l'asso brasiliano incedibile. E da analizzare e valutare i dettagli del giocatore, legato all'Inter fino al 2013 e con un salario importante, intorno ai 4 milioni annuali e, a quanto pare, in tentativo di ulteriore aumento.
Voci di mercato attendibili? Strategia contrattuale? Ancora presto per dire, per adesso non resta che attendere nuove indiscrezioni, soprattutto dalla stampa iberica, molte volte protagonista di interessanti indiscrezioni rivelatesi poi realtà.

Andrea Prete / Eurosport

Argentina, che botta! Gran Kakà nel Brasile

Sconfitta clamorosa dell'Argentina che viene travolta 6-1 dalla Bolivia. Maradona non cerca scuse a fine partita, "sono stati superiori, mentre noi abbiamo sbagliato praticamente tutto". Il Brasile, invece, dimentica il pareggio con l'Ecuador e liquida 3-0 il Perù: convincente prova di Kakà

Dopo il 4-0 rifilato al Venezuela, sconfitta che ha del clamoroso quella rimediata dall'Argentina di Diego Armando Maradona allo stadio Hernando Siles di La Paz contro la Bolivia.
L'1-6 rimediato contro i boliviani rappresenta il peggior risultato di sempre dell'Argentina nei gironi eliminatori. In classifica è una battuta d'arresto pesantissima per l'albiceleste che rimane ferma a 19 punti e perde così l'opportunità di avvicinarsi al Paraguay capolista a quota 23. E che ora deve guardarsi le spalle, con Brasile Cile che hanno già messo la freccia per il sorpasso.
Carrizo è determinante nei primi minuti di gioco con almeno due parate decisive: a nulla valgono però gli interventi del portiere della Lazio, perché al minuto 11 la Bolivia trova il gol dell'1-0 grazie a Martins (è la prima rete subita dall'Argentina da quando Maradona è CT della Seleccion).
L'Argentina accusa il colpo e, sebbene mantenga il possesso palla, sono gli avversari a rendersi pericolosi in più di una circostanza: solo la traversa ferma la conclusione di Da Rosa al quarto d'ora.
Lucho Gonzalez illude i suoi con una gran conclusione da lontano che vale il provvisorio 1-1, ma la Bolivia corre di gran lunga di più, e finisce per dilagare. Due gol di Botero, uno su rigore, mandano le squadre a riposo sul 3-1 per la Bolivia, quindi Torrico e un'altra doppietta di Botero, per il poker personale dell'attaccante boliviano, fissano il risultato sull'imbarazzante finale di 6-1.
""I miei giocatori hanno fatto cio' che gli ha permesso di fare l'avversario, che e' stato migliore. Punto. Non ci sono altre motivazioni, l'altitudine non c'entra" - il lapidario commento di Diego Maradona - Mi pare che la Bolivia abbia disputato una grandissima partita, giocando bene, e praticando un ottimo calcio e credo che qualsiasi squadra avesse giocato oggi contro di loro, avrebbe sofferto come abbiamo sofferto noi. E io ho sofferto con la squadra ogni gol era una pugnalata al cuore".

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Sorride, invece, il Brasile che dopo il deludente pareggio con l'Ecuador ha superato 3-0 il Perù grazie alla splendida doppietta nel primo tempo di Luis Fabiano. Il bomber del Siviglia ha aperto le danze al 18' per poi ripetersi 11 minuti più tardi; nella ripresa c'è gloria anche per il Viola Felipe Melo che ha fissato il risultato sul definitivo 3-0. Buone indicazioni per gli 'italiani': oltre a Felipe Melo, Kakà è stato autore di un'ottima prova e in campo per tutti i novanta minuti. Convincente prova del solito Julio Cesar, mentre hanno trovato spazio anche gli altri due rossoneri, Pato e Ronaldinho che hanno giocato uno scampolo di partita.
Due pareggi nelle altre due partite del gruppo sudamericano: Cile-Uruguay 0-0, Ecuador-Paraguay 1-1.

La CLASSIFICA:
1. Paraguay 24
2. Brasile 21
3. Cile 20
4. Argentina 19
5. Uruguay 17
6. Colombia 14
7. Ecuador 14
8. Venezuela 13
9. Bolivia 12
10. Peru' 7

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Qualificazioni Mondiali 2010 - Tutti i risultati del 1 aprile

La Lituania cade ancora 1-0: Olanda a valanga. Nel girone dell'Italia vince la Bulgaria, non la Georgia

GRUPPO 1

Ungheria-Malta 3-0
Non perdono un colpo i magiari, che vincono la quarta partita del girone e vanno a quota 13 in classifica. Basta un gol all'inizio, quello di Hajnal al 6', e uno in coda, di Zoltan Gera all'80'. In extremis arriva anche la ciliegina sulla torta servita da Juhasz. E Malta rimane ultima tristemente a quota 1.

Danimarca-Albania 3-0
Se l'Ungheria vince, i danesi non sono da meno e salgono a quota 13. Bastano 6' per decidere il match. Al 31' va a rete Leon Andreasen, al 37' Soren Larsen. Chiude i conti lo juventino Poulsen all'80'.

GRUPPO 2

Lettonia-Lussemburgo 2-0
Preziosissimo successo della Lettonia, che con un gol per tempo ha la meglio sul Lussemburgo. Apre le marcature Zigajevs al 44", le chiude Verpakovskis al 75". Con questo risultato la Lettonia sale a 10 punti, agganciando temporaneamente Grecia e Svizzera al primo posto. Il Lussemburgo non si muove da quota 4.

Grecia-Israele 2-1
Dopo il pareggio di sabato, gli ellenici stendono Israele e allungano salendo a +4 sui rivali. Salpingidis porta in vantaggio i padroni di casa al 33', ma Barda al 59' pare pregiudicare il tutto. Al 67', invece, Samaras segna il gol della vittoria su rigore. Per la Grecia i punti in classifica sono 13.

Svizzera-Moldova 2-0
Tengono la testa del girone insieme alla Grecia i padroni di casa. Bastano un gol per tempo. Nel primo di Nkufo, nel secondo di Frei.

GRUPPO 3

Repubblica Ceca-Slovacchia 1-2
Il match più sentito della serata termina con un risultato che fa malissimo ai padroni di casa. Sestak va in gol al 22', ma lo juventino Grygera pareggia al 30'. Il gol della vittoria arriva all'83', segnato da Jendrisek. Ora la Slovacchia è a 12 punti, +4 sui rivali.

Polonia-San Marino 10-0

Diluvio di gol. Quattro reti di Smolarek, due di Bosuski e Lewandoski, più marcature singole di Jelen e Saganowski. La Polonia va a 10 punti. San Marino non si muove da quota zero.

Irlanda del Nord-Slovenia 1-0

Continua il sogno dei britannici. Basta una rete di Feeney al 75' per conquistare il secondo successo in cinque giorni. L'Irlanda del Nord resta prima con 13 punti.

GRUPPO 4

Liechtenstein-Russia 0-1
Basta una rete segnata al 38' da Zyrianov per la squadra di Hiddink. La Russia con questo risultato resta agganciata alla Germania e va a 12 punti. Secondo posto in solitaria.

Galles-Germania 0-2
I vice-campioni d'Europa passano con il minimo sforzo. Ballack dopo 11' mette la partita in discesa, un autogol di Williams al 48' chiude tutto. La Germania va a 16 punti e tiene la Russia a distanza.

GRUPPO 5

Estonia-Armenia 1-0
Partita di sofferenza per l'Estonia, che riesce a trovare i tre punti soltanto all'83', quando a insaccare è Puri. Per i padroni di casa si tratta del primo successo. I punti in classifica divengono 5, ma il penultimo posto davanti all'Armenia (ferma a 1) resta.

Turchia-Spagna 1-2
Le Furie Rosse se ne vanno con il bottino pieno da Istanbul e sono a un passo dal Sud Africa. Semih Senturk lancia gli uomini di Terim al 26', ma nella ripresa pareggia Xabi Alonso su rigore (63'). E al 92' Riera porta via i tre punti. Spagna a punteggio pieno, 18 punti.

Bosnia-Belgio 2-1
Due gol di Dzeko tra 12' e 15' chiudono subito la contesa. Al 60' Witsel lascia il Belgio in dieci e a poco vale la marcatura di Swets all'89'. La Bosnia resta seconda con 12 punti, il Belgio è fermo a 7.

GRUPPO 6

Kazakhistan-Bielorussia 1-5
Successo roboante degli ospiti, che con questa vittoria vanno a quota 6, -1 temporaneo da Ucraina e Croazia. Il Kazakhistan passa in vantaggio con Abdulin dopo soli 10' e si illude. Nella ripresa, però, il match si capovolge. Aleksandr Hleb pareggia al 48', seguito da una doppietta di Kalachev e dai gol di Stasevich e Rodionov. I padroni di casa restano penultimi con 3 lunghezze.

Andorra-Croazia 0-2
Successo importante per gli ospiti che tengono il secondo posto con 10 punti e soprattutto ritrovano Eduardo, in gol al 35'. La prima rete è invece stata segnata da Klasnic al 15'.

Inghilterra-Ucraina 2-1
Crouch porta in avanti la squadra di Capello, ma nella ripresa pareggia Shevchenko. Nel finale arriva il gol di Terry. E l'Inghilterra continua a punteggio pieno.

GRUPPO 7


Austria-Romania 2-1
Durissima mazzata per la nazionale orfana di Mutu. Al 24' Tanase illude la Romania, ma Hoffer un minuto dopo pareggia e al 44' garantisce i tre punti ai padroni di casa. L'Austria va a 7 punti. La Romania resta a 4 e saluta il Sud Africa

Francia-Lituania 1-0
Franck Ribery è sempre più il salvatore della patria. Come già accaduto sabato, basta un suo gol (75') per decidere la sfida. Nel giorno del compleanno, bella soddisfazione per il genio del Bayern Monaco. La Francia non convince ma sale a 10 punti e supera proprio la Lituania.

GRUPPO 8

Bulgaria-Cipro 2-0
Segnali di vita da parte dei padroni di casa, che trovano il primo successo delle qualificazioni. Ad aprire il match è stata la rete di Popov all'8', a chiuderlo la rete di Makriev al 94'. La Bulgaria sale a 7 punti, Cipro resta ferma a 4 nel girone che comprende anche l'Italia. Per la squadra di Stoilov pare comunque davvero troppo tardi.

Georgia-Montenegro 0-0
Niente da fare per la squadra di Hector Cuper. I padroni di casa non vanno oltre uno scialbo pareggio a reti inviolate contro la nazionale battuta sabato scorso dall'Italia e, dopo il ko rimediato a Cipro, devono incassare un'altra pesante bocciatura. Entrambe le squadre restano in coda con 3 punti.

Italia-Irlanda 1-1
Espulso Pazzini dopo 3', Iaquinta apre le marcature al 10'. Per gli azzurri sembra fatta, ma all'87' pareggia Robbie Keane.

GRUPPO 9

Olanda-Macedonia 4-0
Gli Oranje non si fermano più. Una doppietta di Kuyt, più i gol di Huntelaar e van der Vaart garantiscono altri tre punti all'Olanda, sempre prima con 15 punti.

Scozia-Islanda 2-1

Vittoria sofferta per i padroni di casa. Al 39" McCornack porta in avanti la Scozia, ma Sigurdsson al 54" la gela. Al 65" Fletcher mette tutto a posto e ora la Scozia è seconda da sola con 7 punti.

fonte: Eurosport
payperuse.eu