Il tecnico ha chiesto un difensore e una punta. Senza rinforzi, è tentato dall'offerta Real.
Il domandone è: Ancelotti resta o se ne va? Ovviamente ammesso che conquisti la qualificazione in Champions League, obiettivo minimo della società, perchè altrimenti il quesito nemmeno si pone: sarebbe la società, in quel caso, a salutare l'allenatore e a rompere il matrimonio che dura dal novembre 2001. Dal punto di vista del tecnico il discorso da approfondire è sulle prospettive del Milan. Finora Ancelotti ha accettato tutto quello che il convento gli passava, imposizioni berlusconiane incluse: gli ultimi due casi riguardano Shevchenko e Ronaldinho, quando lui aveva espresso il desiderio di avere nel gruppo un attaccante abile nel gioco aereo e un forte difensore centrale. Dal 2001 a oggi l'allenatore rossonero ha sempre adattato le sue idee agli uomini che, di volta in volta, i dirigenti gli mettevano a disposizione. E, da perfetto aziendalista quale è, non ha mai protestato imputando al mancato acquisto di un giocatore una stagione finita malamente.
Le cose, tuttavia, ora potrebbero cambiare. Anzi: cambieranno. Ancelotti non sembra più disposto a dire sì a una campagna acquisti che sarà, forzatamente, al risparmio. Alla società non ha chiesto la luna, ma almeno due rinforzi: un difensore centrale e un attaccante. Ovviamente di livello internazionale. I nomi? Alex del Chelsea come difensore, Adebayor o Eto'o per l'attacco. Con questi due elementi il Milan potrebbe fare il salto di qualità e lottare alla pari con tutti in Italia e in Europa. Se, però, questi acquisti non arriveranno (e sembra proprio che non rientrino nei piani rossoneri), allora Ancelotti potrebbe salutare tutti e andarsene. Al suo posto, Leonardo. Carletto lo aspettano tre squadre: Chelsea, Bayern Monaco e Real Madrid. La preferenza dell'allenatore va al Real. E magari potrebbe ritrovarsi ancora ad allenare Kakà.
Fonte: Gazzetta dello Sport
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