
A Firenze ha faticato. In Nazionale, invece, la sua carriera è sempre stata fulminante. Campione d'Europa Under 19 con 7 gol, protagonista con l'Under 21 nel marzo 2007 nel nuovo Wembley che lui inaugurò con una tripletta (il primo gol dopo 30'', da annali del tempio del calcio), e poi il gol vittoria di ieri. "Ho sentito l'emozione, ma tutti mi hanno aiutato in campo. Wembley è un gran bel ricordo, ma questo pesa di più: era la Nazionale maggiore, erano qualificazioni Mondiali. Lippi quando mi ha detto 'entra' ha provato a sdrammatizzare", racconta ancora emozionato. Come? "Vai, entra e segna", rivela Pazzini, e sai che sdrammatizzare. Ma lui all'appuntamento col gol è abituato, un vero Re Mida del pallone secondo la definizione di Lippi.
Il ct, con sincerità, ha ammesso che la sua convocazione è arrivata solo quando, domenica scorsa, ha saputo dell'infortunio di Gilardino. E Pazzini, 'Pazzo' per i suoi ex tifosi viola, avrà di sicuro pensato che il suo destino incrociava di nuovo Firenze e la Fiorentina. "Ho fatto bene ad andare alla Samp, il resto è passato", frena ora il centravanti, esploso nei blucerchiati in coppia con Cassano. "Di gol su suoi assist ne ho segnati tanti, ma altrettanti ne ho fatti di miei-rivendica con orgoglio - Messaggi me ne sono arrivati tanti. Sicuro, anche quello di Cassano".
Ma lui può camminare anche con le sue gambe, anzi con i suoi gol: è quel che vuole fare capire a tutti un ragazzo di 25 anni, nato a Pescia sognando di diventare come Del Piero e Batistuta, "Di più non potevo chiedere", dice della sua serata magica di Podgorica, mezz'ora di gioco perfettamente in linea con la semplicità della sua vita. Nella quale l'amaro l'hanno messo gli anni difficili di Firenze. E adesso? Gli chiedono dopo il suo azzurro più bello. "E adesso mi godo questo momento, e poi si vedrà. Amauri? L' Italia ha tanti attaccanti forti, io spero di essere tra loro".
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