Uefa studia misure da opporre a crisi,in Italia si litiga in Lega
L'ipotesi di una tassa sul lusso per i club di calcio, il salary cap al quale costringere i club, un mercato acquisti-cessioni che si annuncia low-cost. E' il calcio che sarà nei prossimi anni, il calcio dell'austerity, o almeno quello che i manager della Uefa ed i dirigenti delle società stanno studiando per opporsi alla crisi finanziaria globale che rischia di travolgere anche lo sport più ricco. E' stato oggi il Financial Times a rilanciare l'ultimo capitolo delle ipotesi alle quali starebbe lavorando la Uefa: la tassa di lusso. Una tassa che dovrebbe prevedere per i grandi club il pagamento una quota di denaro ai piccoli club quando acquistano una delle loro stelle. Un tentativi come altri di ridistribuire in modo più equo il denaro all'interno del mondo del calcio, ormai dominato in modo evidente dai grandi club come Manchester United o Real Madrid. Il presidente dell'Uefa Michel Platini, d'altra parte, ha più volte sottolineato come la potenza economica di alcune società influenzi in modo eccessivo le competizioni. Per cercare spunti, i dirigenti dell'Uefa sono volati lo scorso mese negli Stati Uniti, discutendo del progetto con i dirigenti della Major League Baseball, una lega che stabilisce gli stipendi delle squadre e le tasse sulla base di quanto spendono e ridistribuisce l'ammontare delle entrate ai club meno ricchi. L'Uefa, inoltre, sta esaminando anche i modelli delle leghe americane per quanto riguarda il limite alla grandezza delle squadre.
Intanto dall'Italia, Adriano Galliani, vicepresidente del Milan ed ex-presidente della Lega calcio, tra i manager più ascoltati del mondo del pallone, la scorsa settimana aveva parlato di club che "non sono in equilibrio economico" e che nel prossimo calciomercato "investiranno meno". Milan compreso. "Sarà un mercato estivo esilissimo, esangue, con scambi di giocatori ma con pochissimo movimento di denaro, a parte poche società. E' più che sicuro", così disse Galliani. Con il solito riferimento poi a mutualità, impianti e tasse. "Non scopriamo oggi che l'Italia ha perso terreno da Inghilterra e Spagna: ma anche lì soffia il vento della crisi, con due eccezioni. Real Madrid e Barcellona hanno stadi bellissimi e non devono dividere la mutualità con gli altri club. Per altro per gli stranieri hanno una tassazione favorevole e se spendono un milione lordo, al giocatore vanno 750 milioni di euro. Mentre in Italia il netto è di soli 500mila euro". Crisi e austerità, insomma, segneranno il futuro del calcio italiano. "Gli stipendi non possono esser toccati, ma credo che molte società vogliano proporre una spalmatura ai propri tesserati. Comunque sui nuovi occorrerà più oculatezza. E cedo che si arriverà a un salary cap, come negli Usa".
Decisioni tutte però ferme, almeno in Italia, a causa dello stallo prodotto in lega calcio dalla mancata elezione del presidente. Anche il rieletto presidente della Ficg Giancarlo Abete ha ricordato alle società l'urgenza di arrivare alla nomina per poi poter finalmente affrontare tutti i tempi più caldi, ponendo anche un ultimatum: "Dovete decidere entro il 31 marzo", ha detto Abete. Un nuovo presidente da opporre al tentativo di rielezione di Antonio Matarrese, magari un manager, o un commissario, con i nomi di Luca Pancalli e Franco Carraro circolati ultimamente con insistenza. Molte chiacchiere e poco arrosto, finora. Tutto il contrario di quel che servirebbe, anche ad ascoltare gli stessi dirigenti.
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