
Poche sorprese nelle formazioni in campo. Mourinho riempie il vuoto lasciato da Maicon spostando Santon a destra, in teoria il suo ruolo naturale, e recuperando il ribelle Maxwell a sinistra. Davanti, la scomparsa di Adriano toglie ogni dubbio sul partner da affiancare a Ibra. Marino da parte sua ha pochissime scelte, con un tridente obbligato visto l'infortunio di Di Natale e la squalifica di Sanchez, e una difesa con gli uomini contati. Il primo tempo vede un'Udinese subito aggressiva che toglie spazio e fiato al centrocampo dell'Inter, riuscendo a pressare bene e a ripartire in velocità. Molto brillante soprattutto Asamoah, che corre, contrasta e costruisce bene. Al 34esimo, proprio una perfetta palla in profondità del ghanese lancia Quagliarella che si invola verso l'area. Julio Cesar esce basso e l'attaccante della Nazionale vola a terra, reclamando a gran voce un rigore che a velocità normale sembra esserci. Il replay insinua più di un dubbio sul fatto che il numero 27 dell'Udinese si lasci in realtà cadere... Il commento più oggettivo, tanto per cambiare, è che quello dell'arbitro è davvero un lavoro difficile.
I firulani dominano a tratti, contro un'Inter molto statica e poco reattiva, che conclude pericolosamente solo una volta, con Muntari. Nemmeno Julio Cesar corre grossi pericoli, perché gli uomini di Marino si perdono un po' negli ultimi 20 metri, affidandosi prevalentemente a conclusioni dalla distanza.
La ripresa continua su questa falsargia, con i padroni di casa che alternano soluzioni da lontano (bella la botta di Inler al 54', a lato di un soffio), e ripartenze profonde, come al 51' quando Pepe pesca in velocità il solito Quaglierella, fermato dall'immancabile miracoloso recupero di Cordoba.
L'Inter però inizia a controllare meglio il centrocampo, con il solito Cambiasso ben assistito in copertura da Muntari. Al 64esimo Ibra e compagni costruiscono la prima azione davvero bella, con Balotelli che apre bene per lo svedese sulla destra, palla bassa di prima in mezzo per Stankovic che ci arriva con la punta, ma non trova la porta. Due minuti dopo doppio cambio per Mourinho, che toglie in un colpo un innocuo SuperMario e un Santon stranamente a disagio sulla sua fascia preferita, per affidarsi all'esperienza di Vieira e Figo. Il terzo cambio arriva poco dopo, quando Julio Cesar, su una semplice uscita, si blocca toccandosi l'interno coscia ed è costretto a lasciare il posto a Toldo. Gran brutta notizia per tutti i tifodi nerazzurri, che 5 minuti dopo però esplodono di gioia per il rocambolesco episodio che, forse, vuol dire Scudetto.
Ibra riceve al limite, temporeggia per un attimo giochicchiando col pallone e attirando su di sé gli avversari, prima di premiare con un fulmineo destro-sinistro il taglio di Vieira. Il francese incespica goffamente, forse anche toccato da dietro, ma sull'uscita di Belardi la palla carambola sul piede di Isla che di piatto infila la propria porta.
L'Udinese si demoralizza, e forse inizia anche a pensare all'impegno in Uefa di giovedì, e l'Inter controlla senza particolari affanni almeno fino ai minuti finali, quando Pepe e compagni tentano un ultimo forcing che porta a un paio di angoli, e a un'ottima occasione sprecata di testa da Obodo. Finisce 1-0 per la capolista, che almeno per una sera avrà ottimi motivi per sorridere, anche se l'infortunio di Julio Cesar, unito a quello di Maicon, e l'inquietante vicenda Adriano confermano l'altra legge sempre valida: all'Inter, anche quando tutto va bene, c'è sempre qualcosa che rovina la festa.
Guido Guenci / Eurosport